Sono “Chi costruisce la città?” e “Architetture Resistenti” i due appuntamenti proposti in occasione della IV edizione di Biennale Democrazia

“Passaggi” voluti, subiti o cercati è il tema della quarta edizione di Biennale Democrazia che si è svolta tra il 25 e il 29 marzo 2015. In questa cornice, sono due gli appuntamenti promossi dalla Fondazione e inseriti nell’asse tematico delle “Possibilità”, una delle quattro aree proposte dalla Biennale. L’intento è quello di proporre nuovi modelli di città e un nuovo ruolo per l’architettura.

Chi costruisce la città?

27 marzo 2015 ore 16.00
Cavallerizza Reale, Aula Magna
Via Verdi 9, Torino

Alcune recenti iniziative italiane e straniere individuano un passaggio a nuove modalità di progettazione della città, in cui diventano fondamentali aspetti come l’insediamento di attività creative, la costruzione di relazioni tra le persone e la definizione di nuovi confini tra spazio pubblico e spazio privato.

Il progetto ZOIA a Milano presentato da Federica Verona, presidente della cooperativa sociale Noicoop, che ha elaborato il piano di accompagnamento sociale è un modello di architettura delle relazioni in cui sono stati realizzati tre edifici, per un totale di 90 alloggi, una piazza di cui il quartiere era sprovvisto e una corte interna che nelle ore diurne è aperta a tutti i cittadini, rendendo più fluido il confine tra spazi pubblici e spazi privati. Qui le cooperative Solidarnosc e Ferruccio Degradi, che hanno curato il progetto, hanno favorito l’inserimento di attività creative e artigianali all’interno del nucleo abitativo e hanno promosso iniziative sociali, sportive e culturali di aggregazione, non solo rivolte agli inquilini, ma a tutti gli abitanti del quartiere.

Nella stessa direzione si muove l’esperienza di co-housing di Spreefeld a Berlino, descritta da Michael LaFond, fondatore e direttore dell’organizzazione no-profit id22 Institute for Creative Sustainability: un caso di progettazione condivisa in cui alla definizione articolata di 44 appartamenti molto eterogenei tra loro, suddivisi su tre edifici che si affacciano liberamente sulla sponda della Sprea per garantire a più stanze possibile la vista sul fiume, si affiancano spazi e servizi con destinazioni d’uso flessibili a seconda delle esigenze, a dimostrazione di come la collaborazione anche in fase progettuale tra architetti e futuri abitanti possa portare a soluzioni inedite.

In tema di sviluppo delle comunità infine, non si possono non prendere in considerazione gli interventi di coabitazione giovanile solidale raccontati da Isabella Brossa, sviluppati a Torino all’interno del Programma Housing della Compagnia di San Paolo, che prevede la coabitazione di un gruppo di giovani under 30 anni che, a fronte di uno sconto sull’affitto, offrono ogni settimana una decina di ore di volontariato a beneficio della comunità.

L’incontro è stato organizzato in collaborazione con il Goethe-Institut all’interno del calendario “Torino incontra Berlino”, l’incontro, introdotto e coordinato da Stefano Boeri.

Architetture Resistenti

28 marzo 2015 ore 11.00
Teatro Gobetti
Via Rossini 8, Torino

Il graphic novel Architetture Resistenti, frutto della collaborazione dello storico e critico di architettura Luca Molinari, del progettista Raul Pantaleo e dell’illustratrice Marta Gerardi, riporta l’attenzione sulla responsabilità dell’architetto; mentre un’opera d’arte, un libro o un film possono essere “ignorati” dal fruitore, questo non può avvenire per un edificio, una strada o una piazza. Pertanto, la tesi del fumetto è che l’architettura possa e debba rendere migliore la vita delle persone che la vivono. Le, così definite, “architetture resistenti” sono edifici o luoghi capaci di resistere alla bruttezza, alla speculazione edilizia, all’ingiustizia, all’incuria; sono spazi pubblici, collettivi, aperti alla comunità.

Con l’intento di valorizzare le architetture che assolvono a questo obiettivo e di sensibilizzare la cittadinanza sul loro valore, durante l’incontro vengono presentate quattro opere da altrettanti testimonial d’eccezione: i salotti privati utilizzati come cucine collettive proposto da Davide Barbato titolare dei Cuochivolanti, il Foro Italico sostenuto dall’head coach della nazionale maschile di pallavolo Mauro Berruto, la High Line di New York candidata dalla blogger Marta Ciccolari Micaldi (la McMusa) e le architetture temporanee per concerti presentate dal gruppo musicale The Sweet Life Society. Il pubblico, al quale è stato affidato il compito di decretare il vincitore per alzata di mano sventolando un tovagliolo di carta, ha votato come architettura più resistente la High Line proposta dalla McMusa.

Le quattro architetture sono state illustrate dal vivo durante l’incontro dall’illustratrice Marta Gerardi, presente sul palco insieme a Luca Molinari.

© Jana Sebestova
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