Che cos’è la felicità? È una condizione mutevole e momentanea di benessere, comfort e gioia. Coinvolge l’emotività, l’intelletto e il corpo: è dunque uno stato soggettivo dipendente da molte variabili. Possiamo dedurre che non esiste una sola felicità valida per tuttɜ, ma tante felicità quanti sono «i mondi che si trovano nella mente degli uomini» (John Kirtland Wright).

Ma può l’architettura influenzare la nostra felicità? E, se sì, è possibile misurarne gli effetti? Sono le domande a cui il progetto Building Happiness della Fondazione per l’architettura intende rispondere, guidando un’esplorazione generativa rivolta a tuttɜ, i cui risultati forniscano risposte efficaci alle comunità e offrano spunti per una rivoluzione dell’approccio progettuale.

Per tutto il 2024 Building Happiness vi accompagnerà in un lungo un percorso di incontri, approfondimenti ed esperienze per indagare la relazione tra spazi e felicità.
Un programma caleidoscopico che mette in relazione l’architettura con molteplici discipline, sei format dedicati a un pubblico curioso e intergenerazionale.

Video di Andrea Guermani

Diventa protagonista di Building Happiness e aiutaci a portare avanti la nostra esplorazione rispondendo al questionario on line, messo a punto per riflettere collettivamente sugli effetti che gli spazi costruiti generano sulle nostre emozioni.
Bastano pochi minuti e puoi rispondere ovunque: in ufficio, a casa, in spazi aperti, privati o pubblici.
Ogni luogo può generare felicità, ma dove accade davvero? E come?
Gli esiti del questionario, raccolti e analizzati dal team di esperti della nostra Masterclass, ci aiuteranno a definire le linee guida per una progettazione felice.

Tra gli obiettivi di Building Happiness la redazione del Building Happiness Book: il libro d’istruzioni per progettare la felicità.
Il libro  racchiuderà indicazioni tecniche, riferimenti teorici, case studies e un corpo visivo di diagrammi e disegni.
Tutto il materiale sarà pubblicato on line per far sì che progettistɜ, architettɜ e studiosɜ ne possano fruire liberamente, aggiungendo così un tassello importante al “discorso sulla felicità”, già affrontato da altre discipline.
Il Building Happiness Book sarà presentato pubblicamente durante l’evento di chiusura della programmazione prevista per gennaio 2025.

Focus on architecture

Sembra che la relazione tra architettura e felicità sia stata indagata con maggiore popolarità non tanto dallɜ architettɜ quanto da filosofɜ-scrittorɜ come Alain de Botton (Architettura e Felicità 2006), o da antropologi come Marc Augé (La felicità ha un luogo? 2011), mentre è più recente un approccio quantitativo dellɜ architettɜ alla costruzione di “edifici felici”, che sfrutta tutte le possibilità tecnologiche dello smart building.

Tuttavia, l’approccio di Building Happiness vuole rimarcare la sua essenza culturale, con ricadute progettuali. L’architettura ha dirette conseguenze sulla qualità della vita delle persone, e da questa evidenza prende le mosse l’indagine sulla relazione tra architettura e felicità.

Se lo spazio è in grado di generare emozioni, progettando lo spazio possiamo progettare anche le emozioni?

È una domanda affascinante e di grande complessità: avere sull’argomento una maggiore consapevolezza significa tendere ad un’architettura costruita intorno alle persone e ai loro bisogni, riconoscere che il disegno degli spazi genera comportamenti e che lɜ architettɜ hanno una grande responsabilità sociale.

Ph: Archos_Forum Bertarelli © Mauro Davoli

Quantifying Happiness

Come si misura la felicità? Gli studi sulla felicità hanno da sempre avuto un ruolo importante nella storia del pensiero politico ed economico mondiale: nella dichiarazione d’indipendenza americana, ad esempio, si afferma che tutti gli esseri umani sono dotati di diritti inalienabili come la vita, la libertà e del celebre diritto alla felicità. 

Oggi, complice la tecnologia, gli economisti hanno accesso a molti dati che riguardano la felicità dichiarata delle persone e i fattori che la influenzano: ciò ha portato a un rinnovato interesse in economia nel comprendere la felicità e ha generato diversi indicatori socioeconomicoculturali per misurarla. Tra questi, l’indice della migliore qualità di vita dell’OCSE e l’indice di Felicità Interna Lorda del Bhutan, che affiancano il PIL come misura dello sviluppo di una regione. L’ONU ha commissionato il primo World Happiness Report nel 2013 e istituito l’International Day of Happiness.

Organizzazioni come l’Institute for Quality of Life di Londra e Il Sole 24 Ore in Italia pubblicano annualmente indici e classifiche che valutano la qualità della vita e il benessere in diverse città e territori. Infine, in città come Torino, si è recentemente aperto un dibattito mirato a creare un sistema di indicatori che misuri la felicità civica, includendo elementi come la relazione con lo spazio, la casa, l’ambiente circostante e le interazioni sociali.