Vette da riabitare

Il 23 marzo saremo a Fenestrelle per parlare di tre esperienze di ripopolamento: il borgo abruzzese di Santo Stefano di Sessanio, il progetto Wonder Grottole e le case a un euro di Gangi, in Sicilia. Tre strategie diverse raccontate da chi, a diverso titolo, ne ha seguito gli sviluppi.

I borghi rappresentano il cuore culturale, storico e artistico dell’Italia, un patrimonio inestimabile che però rischia di essere dimenticato. Secondo l’Istat, infatti sarebbero ben 6000 i centri abbandonati dai loro abitanti; un preoccupante fenomeno cui si sta cercando di rispondere con strategie diverse.
Ne parleremo sabato 23 marzo al Forte di Fenestrelle con Laboratorio montagna, l’incontro che vi proponiamo insieme all’associazione Cantieri d’alta quota a corollario di Architettura Arco Alpino, la mostra itinerante dedicata alle migliori architetture ad alta quota premiate dall’Associazione Architetti Arco Alpino visitabile al Forte fino al 23.

Un’occasione per delineare una panoramica delle strategie di rilancio adottate per questi luoghi, in cui architettura, innovazione, amministrazioni, abitanti, committenti privati e media giocano ruoli tanto eterogenei quanto fondamentali.

Tre modi di riabitare

Per farlo entreremo nel vivo di tre casi concreti di ripopolamento, ascoltando l’esperienza di chi a diverso titolo ne ha seguito i lavori da dietro le quinte.

  • Il nostro viaggio inizierà a Santo Stefano di Sessanio, borgo abruzzese di 116 anime all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso. Terra della lana carfagna e della transumanza, Santo Stefano comincia ad accusare il fenomeno dell’emigrazione sin dall’800, contrastato negli ultimi anni con il turismo, gli investimenti dei residenti e i contributi delle amministrazioni e dell’associazionismo locale. Tra tutte le misure adottate, ce n’è una che si distingue particolarmente: è la realizzazione dell’albergo diffuso a firma dell’imprenditore Daniele Kihkgren, che a Fenestrelle ci racconterà luci e ombre di questa strategia di rilancio del paese.
  • Il progettista e curatore Stefano Mirti ci accompagnerà invece a Grottole, a 30 km da Matera. Con l’obiettivo di rigenerare questo borgo attraverso la riqualificazione degli edifici abbandonati e la creazione di una nuova comunità, è nata l’impresa sociale Wonder Grottole. Si tratta di un progetto sperimentale che unisce tradizione e innovazione, locale e globale. Si spazia infatti dalle campagne di crowdfunding a The Italian Sabbatical, un progetto che invita persone da tutto il mondo a prendere la cittadinanza temporanea a Grottole, vivendo e lavorando in contatto con la comunità locale.
  • Silvia Mazza del Giornale dell’Architettura ci racconterà infine il caso di Gangi, comune siciliano riconosciuto tra i più belli d’Italia, proprio come Santo Stefano di Sessanio. Qui le case abbandonate sono state messe a bando dal Comune nel 2011 al prezzo simbolico di 1 euro, a patto che gli acquirenti investissero nel loro recupero. A differenza di altri Comuni in cui questa procedura si è dimostrata fallimentare, qua le cose non sembrano andar male: le case vendute sono circa 200, di cui oltre 60 già ristrutturate dai nuovi abitanti italiani, francesi, tedeschi, americani, danesi, belgi e svizzeri. Senza contare chi è ancora in fila.

L’obiettivo della giornata sarà discutere i punti forti e le criticità di questi tre casi, ragionando su quali possano essere gli elementi replicabili nei contesti montani. Il tutto dopo la presentazione del presidente della Fondazione per l’architettura / Torino Alessandro Cimenti, l’intervento del presidente dell’Associazione Architetti Arco Alpino Alberto Winterle e con il direttore del Giornale dell’Architettura Luca Gibello a condurre le danze.

 

Come partecipare

Per partecipare all’incontro Laboratorio montagna è sufficiente registrarsi. L’appuntamento è sabato 23 marzo alle 14.30 al Forte di Fenestrelle e sono previsti 4 CPF.

 

Il borgo abruzzese Santo Stefano di Sessanio