La democrazia e la partecipazione passano anche dagli spazi. Vi aspettiamo questo weekend con due incontri dedicati al tema degli slum e delle città informali. Appuntamento sabato sera da FFLAG e domenica alle 11 all’Auditorium Vivaldi.
Questo fine settimana ci saremo anche noi a Biennale Democrazia, con due eventi dedicati al tema degli slum, delle città informali e dei progetti virtuosi che vi trovano spazio.
- Sabato 30 marzo dalle 18.00 alle 24.00 ti aspettiamo allo spazio FFLAG di via Reggio 13 con Not so far. Le città che non vediamo.
L’ingresso sarà libero e potrai entrare in qualsiasi momento, dalle 18 alle 24. L’aperitivo sarà offerto da Compagnia dei Caraibi. Grazie a una convenzione, sarà invece possibile usufruire del 10% di sconto sul cibo della Lumeria, via Reggio 6/c. - Domenica 31 marzo alle 11.00 saremo all’Auditorium Vivaldi (Piazza Carlo Alberto 3, Torino) con la conferenza L’architettura per l’inclusione sociale. Ospite d’onore Giancarlo Mazzanti, l’architetto colombiano che pone il valore sociale alla base dei suoi progetti, concependo il miglioramento della qualità dello spazio costruito come strumento per favorire l’uguaglianza sociale.
La partecipazione all’incontro è libera fino a esaurimento posti. Per chi lo desiderasse, Biennale Democrazia mette a disposizione la possibilità di prenotare un posto in sala al costo di € 5 entro le ore 12.00 del 30 marzo. I posti rimasti saranno assegnati il giorno dell’evento in ordine di arrivo, a partire da un’ora dall’inizio.
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Not so far: ecco a voi i protagonisti
16 interventi e 4 installazioni, tutti selezionati tramite call, vi racconteranno quelle parti di città informali comunemente chiamate baraccopoli, slum, barrios o favelas.
Tra gli ospiti che si alterneranno sul palco non mancheranno gli architetti. Primo tra tutti, Giancarlo Mazzanti, progettista colombiano convinto che l’architettura possa e debba favorire la nascita di comunità, contrastando le diseguaglianze sociali. Santiago Gomes, invece, si concentrerà sul progetto a sostegno degli abitanti della Villa 31 di Buenos Aires mentre, spostandoci sul design, Cristian Campagnaro spiegherà come sia possibile progettare interventi in risposta all’homelessness imparando dai clochard stessi.
Numerosi i contributi che arrivano dal mondo del no-profit: grazie alle immagini proposte da Enrico Bosia durante la sua collaborazione con l’ONG sudafricana CORC, scopriremo cosa significhi vivere (e non per scelta) nella Township di Khayelitsha di Città del Capo, una città che sarà raccontata anche dall’architetto Miriam Bodino. Giulia De Matteis ci racconterà la sua esperienza nelle bidonville di Marsiglia vissuta insieme a Architectes Sans Frontières, mentre Francesca Ronco, Corinna Di Franco e Daniela Schiavon ci proporranno un parallelismo tra la città argentina di Tigre e Torino illustrando le iniziative promosse dall’Associazione Architetti Migranti per la rigenerazione urbana.
Attraverso gli sguardi di fotografi come Filippo Romano o Francesca Cirilli, scopriremo come la distribuzione dell’acqua detti legge nei ghetti di Nairobi, esploreremo un insediamento informale e sperimentale sorto sui resti del Muro Berlino e gli interni di un edificio occupato alle porte di Torino.
Sarà invece l’approccio sociologico di Fabrizio Floris a guidarci nella baraccopoli Korogocho di Nairobi, mentre Monica Naso, Valeria Federighi e Silvia Lanteri ci spiegheranno come le biennali di architettura possano cambiare il modo di intervenire negli insediamenti informali. Un nuovo tipo di impatto che, come illustrerà Federico Godino, può essere innescato anche attraverso le economie digitali.
Spostandoci verso est, l’architetto Eudes Margaria ci farà da guida accompagnandoci in un danwei di Pechino, un luogo nato in epoca maoista per ospitare e controllare gli operai tessili e oggi terreno fertile per diversi fenomeni di appropriazione informale. Con i racconti “Sogni fuori dal campo” di Silvia Cittadini capiremo cosa significhi vivere in campi nomadi della periferia di Pisa e di Trento, mentre la giornalista Francesca Berardi ci racconterà un’inedita New York all’ombra dei grattacieli, sotto gli occhi di tutti ma invisibile ai più.
Un ricco palinsesto che sarà affiancato da 4 installazioni: la proiezioni del film Lepanto – Ultimo cangaceiro di Enrico Masi, la videoinstallazione Street Vendors: Medellín, Tirana, Johannesburg e Yogyakarta di Su Tomesen, il progetto fotografico Watertanks di Filippo Romano che documenta come gli elementi urbani incidano sulla vita quotidiana delle baraccopoli di Nairobi e il progetto As a fallen apartment building di Francesca Cirilli, un racconto per immagini dei wagenburg sorti sui resti del Muro di Berlino.