La capitale del social impact

Torino ha tutte le carte in regola per diventare la città più attrattiva al mondo in cui investire in imprese a impatto sociale. Parola di Mario Calderini, ispiratore di Torino Social Impact e docente di punta del nostro programma di alta formazione dedicato alla rigenerazione urbana e all’impatto sociale.

Il 14 febbraio scorso Camera di Commercio e Compagnia di San Paolo hanno siglato il piano operativo di Torino Social Impact, la piattaforma per le infrastrutture sociali guidata da Mario Calderini, docente di punta del nostro corso di alta formazione Rigenerazione urbana e impatto sociale.

Ieri capitale dell’industria, oggi capitale della cultura. E domani? Capitale dell’impact economy. È questa l’ipotesi formulata per il futuro di Torino da Calderini della School of Management del Politecnico di Milano e ispiratore di Torino Social Impact.

Stiamo parlando di un modello di sviluppo che orienti processi economici e finanziari verso impatti sociali positivi e misurabili. Un ecosistema, quindi, in cui le imprese valichino la mera ricerca del profitto e si facciano promotrici di iniziative capaci di generare un impatto sul territorio, spaziando dall’innovazione all’inclusione sociale.

E, secondo Calderini, questo modello troverebbe terreno fertile proprio a Torino; da qua la scelta di fondare Torino Social Impact, rete costituita ad oggi da 52 enti partner che attraverso il loro operato rispondono alle esigenze emergenti del territorio. L’obiettivo comune è quello di trasformare la città in polo attrattivo su scala internazionale per le iniziative imprenditoriali e sociali.

 

Perché Torino?

Torino ha tutte le carte in regola per farsi laboratorio di sperimentazione delle “aziende ibride”, ossia quelle realtà economicamente sostenibili e allo stesso tempo in grado di creare un impatto sociale misurabile. Non solo, le sue peculiarità fanno di Torino “il posto migliore al mondo in cui investire in imprese a impatto sociale, grazie all’intersezione di alcuni elementi che attribuiscono alla città un posizionamento attrattivo unico nel panorama internazionale”, come precisa Calderini.

Questo, infatti, sarebbe possibile grazie alla compresenza sul territorio di competenze scientifiche e tecnologiche sedimentate, di un settore industriale in simbiosi con la knowledge management, di enti del terzo settore che perseguono mission no-profit con strategie imprenditoriali e di un sistema finanziario rappresentato dalle principali Fondazioni di origini bancarie.

Ci troviamo quindi davanti a un vero e proprio masterplan social, presente non solo su carta: Camera di Commercio e Compagnia di San Paolo infatti investiranno 100mila euro a testa per 3 anni fino al 2021, portando lo stanziamento complessivo per Torino Social Impact a 780mila euro. Nel frattempo, a TSI si sta già lavorando insieme a Human Foundation a un Centro di competenza per la misurazione dell’impatto sociale.

La città si sta quindi preparando a un nuovo grande salto di qualità; venerdì 15 e sabato 16 marzo ne parleremo con Mario Calderini in persona durante il nostro corso di alta formazione Rigenerazione urbana e impatto sociale (CFP 16). Le iscrizioni sono aperte ma i posti non sono infiniti!