Le performance

Le performance incluse nel Festival che indagheranno le relazioni tra abitare e spazi urbani attraverso il cibo, l’arte, la danza e il teatro.

25-27 maggio 2017
Spazio Q35, via Quittengo 35, Torino
e sedi satellite

Durante il Festival lo Spazio Q35 si trasformerà in una vera e propria casa con sale studio, camere da letto e soprattutto una cucina: nelle sere di giovedì 25 maggio e venerdì 26 maggio, la Fondazione e Play with Food – La scena del cibo apparecchieranno la tavola della Kitchen, invitandovi ad assistere, tra un boccone e l’altro, agli spettacoli di teatro, cinema, arte… di Underground Dinner. L’iniziativa, a cura di Davide Barbato per Play with Food – La scena del cibo, propone tre portate: un piatto e un artista ogni mezz’ora, un cortocircuito tra arte e cibo, tra spazio privato e fruizione pubblica. E come al ristorante, si ptrà scegliere di fare una cena completa o gustare una sola portata.
Per chi avesse già l’acquolina in bocca, ecco il menu:

Per la cena di giovedì 25, lo chef propone:

  • L’antipasto di Chiara Vallini, performance: uno spettacolo incentrato sul concetto di inizio; semplici azioni condivise, seduti a un tavolo, lasciandosi sorprendere da un atto (o da un piatto) che segna il principio di un’esperienza, come piccoli passi.
  • Il primo piatto di Superottimisti, videoinstallazione: un progetto dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema che raccoglie, preserva e fa conoscere il repertorio amatoriale dei filmini in Super8. Per l’occasione si propone un’emozionante selezione dagli anni ‘30 agli anni ‘80 sonorizzata dal vivo.
  • Il dolce di Chiara Cardea, teatro: la dottoressa Eloisa Pentoloni, tuttologa di chiara fama, opinionista e astrologa, invita il pubblico del Festival a un intenso uorcsciop pratico di Bioedibilizia e C.D.A.E. (Certificazione di Agibilità Esistenziale).

Per la cena di venerdì 26, lo chef propone:

  • L’antipasto di Francesco Giorda, stand-up comedy: con la sua verve dissacrante e irresistibile, il comico torinese condivide con i convitati i suoi ragionamenti in fatto di fisse alimentari, sociopatologie e festival di architettura.
  • Il primo piatto di Salvo Montalto, teatro: un’orazione semiseria sul gusto, la facoltà umana in grado di giudicare il sapore di un cibo: buono, schifoso, indifferente. Il piacere e il disgusto sono due possibili e antitetici giudizi che il gusto può esprimere nei confronti del cibo.
  • Il dolce di Ottaponta, cinema: un dessert dedicato alla Cocciniglia: un colorante estratto dall’omonimo insetto appartenente alla superfamiglia Coccoidea, ma anche una luna di un sistema solare a 1002 anni luce dalla Terra. Il collettivo Ottaponta ha esplorato le abitudini alimentari di questo corpo celeste, alla ricerca di qualcosa che ci faccia sentire a casa.

Il costo di ogni portata è di € 6. L’iscrizione attraverso il sito www.architetturaincitta.it è obbligatoria.

Tra le altre performance in programma troviamo anche My home is where my body is: un workshop di Piemonte e dal vivo e Lavanderia a Vapore per scoprire come, raffinando le proprie percezioni, sia possibile dare vita a un dialogo emotivo e formale con l’architettura che ci ospita. L’appuntamento è alle 10 di sabato 27 maggio presso lo Spazio Q35; per la partecipazione è previsto un contributo di € 20 e per prenotarsi è possibile scrivere a spazionelcorpo@gmail.com

Homo Spatium in Turin è invece il titolo del workshop di tre giorni di Senza Confini di Pelle che invita i ragazzi a indagare la relazione tra spazio e identità attraverso il teatrodanza. Si inizierà il 24 maggio presso la Lavanderia a Vapore di Collegno; per la partecipazione è richiesto un contributo di € 10 ed è possibile iscriversi scrivendo a info@senzaconfinidipelle.com. Il risultato andrà in scena sabato 27 maggio presso lo Spazio Q35, con una performance a ingresso libero.

Ma gli spettacoli in programma non finiscono qui: spettacoli di danza, sonorizzazioni, concerti e giochi sono tra gli appuntamenti che indagheranno il rapporto tra abitare e spazi urbani. Per scoprirli vai al sito del Festival.

 

Fotografia di Alain Battiloro