Quattro anni in Fondazione per l’architettura

Il presidente Giorgio Giani riflette sul percorso di rinnovamento avviato durante il mandato di questo Consiglio e sintetizza i principali risultati ottenuti.

Raccontare quattro anni di lavoro in poche righe non è semplice soprattutto se le attività hanno segnato una trasformazione profonda ma indolore della Fondazione.
L’esperienza maturata da Fondazione dalla sua nascita nel 2002 è stata importante, molti Consigli hanno lavorato prima di noi con passione, così come tutte le persone che fanno parte della struttura cresciute nel numero e nella qualità, persone preparate e appassionate che costituiscono la continuità come in ogni istituzione che si rispetti.
Da questa base siamo partiti per un nuovo salto di qualità, ma poiché è stata la prima volta che mi sono occupato di Fondazione dall’interno, mi permetto di dire che forse è anche parte della mia personale passione se insieme con il nuovo Consiglio, per la prima volta con una composizione completamente distinta a quello dell’Ordine, siamo cresciuti ed abbiamo spiccato il volo.
Uso il Festival Architettura in Città per indicare un primo grande cambiamento: l’apertura verso la collettività e la promozione del ruolo dell’architetto e dell’architettura (città, territorio, …) verso l’opinione pubblica. A partire dall’edizione del 2014 al Basic Village, Fondazione ha realizzato un Festival aperto, con momenti di approfondimento scientifico e molte occasioni di carattere divulgativo proprio per parlare a tutti, un lavoro realizzato anche con contributi scientifici e curatori esterni a Fondazione stessa. Apertura reale e sinergia con un numero elevato di partner; rete di azioni e di idee per migliorare la presenza attiva degli architetti sul territorio, ad esempio attraverso la Rete nazionale delle Fondazioni costruita dal nulla. Questo significa operare per generare opportunità nuove per gli architetti ed il loro sviluppo professionale. Fondazione poteva sembrare ai più come “succursale” o “azienda in house” dell’Ordine, qualcuno la pensava o la pensa ancora così, ma ormai è molto distante da quella visione, ha una sua collocazione precisa nel sistema locale e nazionale e solo pensieri di retroguardia possono pensare di riportarla in un alveo di sudditanza. Il futuro per il rapporto fra Fondazione per l’architettura e Ordine ormai è maturo, identità e differenze hanno generato un organismo in crescita a tutto vantaggio degli architetti.
Allo stesso modo Fondazione ha potuto sperimentare nuove vie sulla formazione, avvalendosi della lunga esperienza maturata negli anni a titolo scientifico e organizzativo.
La sperimentazione ha riguardato i modelli di erogazione della formazione, nel tentativo di cogliere la parte interessante del sistema che ha generato l’obbligo formativo, cioè quella che può fornire strumenti ed opportunità. Avvio di sistemi che abbiamo chiamato “formazione tra pari” per conoscere e per crescere; workshop anche di interazione con i cittadini; colloqui con esperienze oltre confine sulle buone pratiche mutuabili nel nostro contesto e nella nostra attività quotidiana; cultura di progetto. Tutto per fare in modo di essere in grado di mantenere allenata la nostra peculiare capacità di visione. Insomma esercitare le capacità degli architetti perché possano giocare sulla loro originale presenza professionale e vincere la competizione rinunciando a confondersi con altre professionalità altrettanto importanti ma diverse.
La comunicazione è il terzo caposaldo del lavoro di questi anni; è stato necessario avviare un percorso difficile ed accidentato per arrivare ad avere un nuovo sito, anzi il sito, perché Fondazione era solamente un’ansa un po’ nascosta e statica del sito dell’Ordine. Un percorso lungo che doveva muoversi in modo coordinato con l’Ordine che ha sviluppato il proprio in modo parallelo.
La scelta di comunicare in modo più efficace però è stata assunta immediatamente, attraverso l’abbandono di un sistema comunicativo cartaceo ormai troppo oneroso soprattutto sul piano economico e con l’adozione prima sperimentale e poi definitiva di una newsletter. Una newsletter dai contenuti aperti e di discussione sul mondo degli architetti e dell’architettura, uno strumento di informazione che progressivamente è cresciuto nei dati di lettura, oggi significativi. Allo stesso modo Fondazione si è aperta alla comunicazione attraverso i social, con successo di letture ma ancora scarso di commenti come spesso accade a profili istituzionali sino a quando non si rompono gli indugi e si scopre che anche in quei contesti la discussione si può fare ed anzi diventa molto proficua.
Un’azione che abbiamo portato avanti è la promozione dei concorsi di architettura che abbiamo concretizzato arrivando a programmarne 10 in questi anni e lanciando un’iniziativa che invitava le Amministrazioni a proporre temi per la realizzazione di concorsi a carico della Fondazione, in pratica un concorso per i concorsi.
Finisco citando un fatto che può sembrare marginale, un fatto di forma che come a volte accade è diventato sostanza. È stato lo “sguardo esterno” di Luca Ballarini a definire il nome Fondazione per l’architettura e lo dobbiamo ringraziare, perché ha saputo estrarre un fatto che tutti avevamo ben chiaro in testa ma non riuscivamo a vederlo… ci occupiamo di architettura, di città, di territorio e allora chiamiamoci con il nome giusto, lo capiranno meglio anche gli altri.
Sono stati quattro anni appassionanti, si può ancora crescere.

Giorgio Giani
Presidente Fondazione per l’architettura / Torino