La Fondazione per l’architettura / Torino sarà una delle voci chiamate a raccolta per un confronto sul futuro dei luoghi culturali: “Museum seed. The futurability of cultural places” è un incontro organizzato da Migliore + Servetto. Iscriviti e partecipa il 10 dicembre alle Gallerie d’Italia.
La Fondazione per l’architettura / Torino sarà una delle voci chiamate a raccolta per un confronto sul futuro dei luoghi culturali: “Museum seed. The futurability of cultural places” è un incontro organizzato da Migliore + Servetto.
10 dicembre 2024, ore 18.00-20.00
Gallerie d’Italia – Torino, Intesa Sanpaolo
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Museum Seed: The Futurability of Cultural Places, libro firmato e progettato da Migliore+Servetto, edito da Electa, con il supporto dell’Istituto di Cultura Italiana a Seoul, si propone di offrire una visione innovativa sul futuro del progetto di architettura e di design degli interni per gli spazi di cultura.
“I musei sono luoghi di comunità e condivisione. La missione d’inclusione sociale e sostenibilità culturale attraverso arte e cultura risiede proprio nel loro DNA. Ma quale sarà il ruolo del design in rapporto all’architettura e alle nuove tecnologie nella definizione dei musei del futuro? La risposta può stare nel suo essere pensato come un seme, spazio concluso che si squaderna fino a diventare organismo, sistema dinamico capace di estendersi fino ad abbracciare l’intero spazio urbano”. – Ico Migliore e Mara Servetto.
Il concetto di “futurability” si concentra sull’importanza di rendere i musei e le istituzioni culturali più dinamici e adatti al futuro. Questi luoghi oggi partecipano a una sfida importante: rimanere rilevanti e coinvolgenti per le generazioni future, mantenendo al contempo viva la cultura e il patrimonio.
L’incontro “Museum Seed. The Futurability of Cultural Places” rappresenta un’importante occasione di confronto tra approcci che esplorano il futuro dei luoghi culturali, mettendo in dialogo diversi esperti provenienti da ambiti complementari. La presenza di voci diverse – architetti, psicologi, designer, esperti di tecnologia e cultura – consente una riflessione più complessa su come i luoghi della cultura possano evolvere per rispondere alle sfide di un mondo in continua trasformazione.
Ico Migliore e Mara Servetto, architetti e progettisti, approfondiranno il concetto di “futurability“, evidenziando l’importanza di pensare i musei come organismi dinamici, capaci di adattarsi e di interagire con il contesto urbano circostante. Non come spazi chiusi e statici, ma come luoghi che si “squadernano” e si connettono con la comunità.
Andrea Gaggioli, psicologo esperto di User Experience, farà un focus su come le nuove tecnologie possano trasformare l’esperienza culturale, favorendo un’interazione che vada oltre la semplice visita passiva e che stimoli cambiamenti duraturi nei visitatori. La sua riflessione sul “Transformative Experience Design” (TED) integra psicologia e design, proponendo soluzioni per rendere i luoghi culturali non solo spazi di fruizione, ma di trasformazione personale.
Paolo Inghilleri, Medico e Professore Ordinario di Psicologia Sociale all’Università degli Studi di Milano, affronterà il tema della cura rispetto agli effetti terapeutici dei luoghi, degli oggetti e della natura, per comprendere come dovrebbero essere i paesaggi, le città o le costruzioni architettoniche idonei a farci star bene; temi affrontati nel suo libro “Luoghi che curano (edito da Raffaello Cortina).
Anche la Fondazione per l’architettura / Torino partecipa al dibattito con una riflessione sull’interconnessione tra spazi e cura per dimostrare come i luoghi culturali possano essere progettati per accogliere funzioni che vanno oltre il tradizionale ruolo di conservazione e fruizione dell’arte, rispondendo ai bisogni di benessere della comunità. Interverranno la Consigliera Michela Lageard e la Direttrice Eleonora Gerbotto.
La Fondazione per l’architettura / Torino da anni esplora le relazioni tra Spazio, Cultura e Cura. Questa riflessione culmina in un progetto sperimentale che intende ridefinire i confini di utilizzo dei luoghi culturali, Cultura di Base. Il progetto, già avviato con l’apertura degli ambulatori di medicina di base all’interno di musei e luoghi di cultura nel 2022, prosegue con la sua seconda edizione nel 2024, che prevede l’apertura di ambulatori pediatrici in due biblioteche civiche di Torino.
Il nostro obiettivo è duplice: da un lato, vogliamo esplorare come la relazione medico-paziente possa essere migliorata se vissuta in un contesto meno formale e distante rispetto agli ambienti ospedalieri tradizionali; dall’altro, desideriamo dimostrare come uno spazio ben progettato, in grado di stimolare un’atmosfera di accoglienza e serenità, possa diventare un vero e proprio catalizzatore di cura. La progettazione architettonica, infatti, svolge un ruolo fondamentale nel creare ambienti che rispondano ai bisogni fisici e psicologici delle persone, favorendo una sensazione di comfort e di sicurezza.
Pensare al futuro, nell’ambito museale e architettonico, significa immaginare che questi luoghi siano funzionali e capaci di stimolare nuove modalità di fruizione. La fruibilità dei contesti museali e architettonici è strettamente legata al concetto di cura: implica progettare spazi che non solo conservano ma migliorano l’esperienza culturale. Questo va oltre la conservazione fisica degli oggetti e degli spazi, consideriamo fondamentale l’innovazione tecnologica, l’inclusività e la sostenibilità, affinché i musei rimangano rilevanti e possano essere goduti dalle future generazioni, con spazi che si adattano a diverse funzioni e visitatori. Le questioni ambientali ci spingono inoltre verso strutture energeticamente efficienti, mentre l’accessibilità e la partecipazione attiva sono ormai centrali nel design degli spazi culturali.
Attraverso un approccio che spazia dalla psicologia all’architettura, dall’interazione tecnologica alla cura, rifletteremo su come la progettazione dello spazio sia un’esperienza culturale complessa, che coinvolge i fruitori non solo sul piano cognitivo ed estetico, ma anche sul piano emotivo e sociale. Questo confronto multidisciplinare è fondamentale per immaginare un futuro in cui i luoghi della cultura siano capaci di rispondere alle esigenze di una società in rapido cambiamento, per la quale l’inclusività, la sostenibilità e il benessere individuale diventano sempre più centrali nella progettazione degli spazi.