Spazi che fan bene

Co-living, soft digital, convenient mindfulness, transitional furniture e design therapy sono i 5 trend individuati da NextAtlas per gli interni dei luoghi di cura; a questi si ispireranno i partecipanti di Spazi neonati, il workshop per il reparto di Neonatologia Universitaria del Sant’Anna.

È iniziata giovedì 12 luglio la nostra nuova avventura, Spazi neonati, il workshop di progettazione per l’umanizzazione di alcuni ambienti del reparto di Neonatologia Universitaria del Sant’Anna di Torino.

A dimostrazione del fatto che la salute passa anche dal disegno degli interni, da settembre i partecipanti ripenseranno gli spazi dedicati ai genitori dei piccoli pazienti del reparto trovando il giusto equilibrio tra forme, luci, colori e comfort acustico. Per iniziare al meglio la sfida, durante l’incontro preliminare di giovedì scorso abbiamo chiesto alla piattaforma di data intelligence e partner del progetto NextAtlas di aiutarci a immaginare gli ospedali di domani.

A partire dalle segnalazioni dei partner del progetto NextAtlas, usando come sfera di cristallo i dati che popolano web e social network, NextAtlas ha proposto cinque trend come suggestioni per la progettazione.
Ecco nel dettaglio di cosa si tratta:

  • Co-living: spazi da condividere, vite che si incrociano
    Negli ospedali ci si trova a condividere spazi con estranei in modo analogo a chi sceglie di vivere o lavorare in uno spazio di co-living, situazione sempre più frequente soprattutto tra le generazioni più giovani che, date le emergenti condizioni lavorative, trovano nella condivisione degli spazi un’opzione vantaggiosa per brevi e medi periodi.
    Le conversazioni on-line che trattano di co-living e co-working hanno un forte accento sull’arredamento e su come far convergere le necessità dell’individuo con quelle di una comunità in transizione.
  • Soft digital: nativi digitali, digitale umano
    Il modo in cui le tecnologie intelligenti permeano il nostro quotidiano non è certo una novità. In ospedale il tema dell’integrazione della tecnologia con l’elemento umano è centrale. Ora il mondo del design sta lavorando a soluzioni capaci di dare forma a interazioni diverse con questi dispositivi.
  • Convenient mindfulness: vincere la limitazione di spazio e movimento
    Il co-living determina un bisogno di ritrovare spazi personali, intimi. Si rintracciano delle similitudini con le pratiche di mindfulness relative all’auto-consapevolezza e alla riscoperta degli spazi personali in una vita frenetica. Esistono però nuove proposte che parlano di aggregazione e che si inseriscono nella quotidianità.
    Una sfida a cui lavorare è trovare soluzioni che permettano di dare sfogo alle tensioni personali restando comunque vicino alle persone che hanno bisogno della nostra presenza. Come? Ad esempio facendo leva sulla forza di comunità.
  • Transitional furniture: arredamento facilitante, di passaggio, in crescita
    Tutti hanno bisogno di essere rassicurati e, perché no, anche dagli oggetti. In psicologia si definiscono “transizionali” quegli oggetti che ci permettono di entrare in contatto o di distaccarci dal contesto esterno a seconda dell’esigenza, aiutandoci a trovare conforto e a migliorare il nostro stato emotivo.
    Per questo è importante che gli arredi siano accoglienti anziché respingenti, lasciandosi apprezzare per le proprie qualità intrinseche e non per la funzione che gli viene attribuita (attendere, tirare il latte…).
  • Design therapy: riconoscere la semplicità
    Purtroppo a volte la tecnologia rende gli oggetti di uso quotidiano di difficile e non immediata interpretazione d’uso. Ed è su questo che lavora la terapia del design, settore alla continua ricerca di estetiche sempre più pulite, di forme intuitive e di contorni morbidi, nella convinzione che gli oggetti di cui ci circondiamo debbano dichiarare esplicitamente la loro funzione, a maggior ragione se ci troviamo in situazioni di stress e spaesamento.
    Si tratti di mensole, di indicazioni o di spazi comuni, è quindi necessario che il rumore visivo di fondo venga ridotto.

Tutti spunti su cui riflettere durante l’estate prima di entrare nel vivo della progettazione a partire dal 18 settembre! Vai alla pagina dedicata al progetto.

Il workshop è promosso insieme a DEAR – Design Around Onlus, NextAtlas, Fondazione Medicina a Misura di Donna, Associazione Piccoli Passi Onlus e Reparto di Neonatologia Universitaria Ospedale Sant’Anna di Torino.

Main sponsor: Abet Laminati | Saint-Gobain Gyproc e Isover
Sponsor tecnici: Sikkens | WIP Work in progress e Barrisol