La qualità si programma

Dopo il racconto delle iniziative formative e per i cittadini, è la volta dei concorsi; Giorgio Giani spiega gli obiettivi e i risultati raggiunti.

Non è consuetudine per Fondazione realizzare un bilancio di mandato pubblico. Fondazione sino ad ora si è affidata alla propria comunicazione ed alle uscite periodiche di TAO Magazine che ogni anno rende noto il programma degli eventi e attività programmate per l’anno successivo e ha dei numeri speciali in corrispondenza di Architettura in Città.
Fare un bilancio però aiuta a raccogliere le idee a consuntivo e divulgarlo è un esercizio utile a tutti. Per questa ragione abbiamo pensato di riflettere sul lavoro svolto attraverso questi due numeri di TAO News, proponendovi una “finestra” sul … come sono andate le cose.
Il tema dei concorsi meritava una trattazione a parte, perché nelle politiche di Fondazione la qualità del lavoro degli architetti e le azioni per generare opportunità sono al centro dell’attenzione.
Si tratta di iniziative di promozione rivolte ad una platea sempre più vasta perché, per quanto non si pensi che sia l’unica soluzione per promuovere lavoro e ruolo degli architetti, è uno strumento molto interessante per una vasta fascia di argomenti di progetto da trattare.
Se si volessero definire le azioni messe in campo le potremmo distinguere in due grandi famiglie: la prima quella della promozione attiva del concorso; la seconda quella del modello operativo indirizzato a ridurre l’onere di partecipazione.
Nella promozione si è sperimentato un modello attivo a sua volta di tipo concorsuale. Fondazione ha chiamato le amministrazioni a partecipare ad un bando per il quale le amministrazioni candidavano un tema inserito nel loro piano triennale per gestirlo in modo concorsuale; Fondazione attraverso una commissione sceglieva tra i partecipanti quello di maggiore efficacia. Il premio per le amministrazioni consisteva nella programmazione del concorso.
Un modello sperimentale da mettere a punto ma che ha costituito elemento di interesse ed in alcuni casi le amministrazioni hanno bandito il concorso anche se non “vincitrici” del bando. L’elemento negativo sta nella spesa da sopportare che può essere sostenuta se nel frattempo altre programmazioni portano risorse da reinvestire: le risorse non sono infinite e certo non si può pensare che la Fondazione o l’Ordine paghino perché i concorsi si realizzino, sarebbe una politica che porterebbe al dissesto nel giro di poco tempo.
La riduzione dell’onere di partecipazione si è attuato promuovendo il concorso in due fasi, la prima molto snella e la seconda, più puntuale e perciò onerosa, riservata a un numero limitato di gruppi scelti per l’ideazione espressa nel primo step. Strumento di lavoro sperimentale è stata la piattaforma concorsi realizzata dall’Ordine di Milano, strumento interessante ma con molti limiti che il gruppo di esperti programmatori di cui si avvale Fondazione ha potuto mettere bene in evidenza … dovremo lavorare nel prossimo futuro per superare la “dipendenza” da un Ordine vicino non per esigenza di campanile ma per avere un sistema che sia omogeneo in ambito nazionale e raggruppi le molte esperienze in corso. Un buon compito da affidare alla Rete delle Fondazioni che sempre più si sta dimostrando una nostra positiva intuizione.
In tutto questo lavoro di programmazione e elaborazione, un contributo significativo lo si deve all’esperienza del gruppo di programmatori di concorsi che fa riferimento alla Fondazione i cui nomi sono ben in evidenza sul nuovo sito di Fondazione che non a caso ha una voce del menu dedicata ai concorsi in home page.

Giorgio Giani
Presidente Fondazione per l’architettura / Torino