Otto visioni per l’abitare inclusivo

Otto team, otto visioni progettuali, otto modi diversi di immaginare la soglia del futuro co-housing TOHOUSING+. L’hackathon ha dato forma a un insieme prezioso di sguardi: un caleidoscopio di approcci che, intrecciati, restituiscono un’immagine più ampia e profonda di cosa può essere oggi l’abitare inclusivo.

Otto team, otto visioni progettuali, otto modi diversi di immaginare la soglia del futuro co-housing TOHOUSING+ di corso Farini 20. TOHOUSING+ Hackathon, promosso dalla Fondazione per l’architettura con l’Associazione Quore, è stato molto più di una competizione progettuale, ma un’esperienza corale in cui voci diverse si sono incontrate attorno a una sfida comune: immaginare il portale d’ingresso del futuro cohousing di corso Farini 20, pensato come luogo simbolico di accoglienza, transizione e relazione.

Durante la lunga notte di lavoro, ogni gruppo ha portato con sé un bagaglio unico di esperienze, sensibilità e sguardi sul mondo. Ne è emersa una ricchezza di approcci che ha reso l’hackathon un vero laboratorio di architettura inclusiva.

Il portale è stato immaginato ora come faro, ora come palcoscenico, come sentiero, rifugio, tenda, soglia porosa. Alcuni gruppi hanno esplorato il valore emozionale dell’ingresso, cercando di restituire un senso di protezione e calore: un faro nella notte, un luogo in cui ripararsi e sentirsi accolti, un confine ammorbidito che diventa invito a entrare, senza timore.

Altri hanno scelto un linguaggio teatrale e narrativo, trasformando la soglia in scena e lo spazio comune in un palco in cui ogni abitante può esprimersi liberamente, senza copioni né maschere. C’è chi ha lavorato sulla memoria dell’edificio, convertendo un’architettura storicamente rigida in uno spazio intimo e autodeterminato, dove il passaggio da fuori a dentro diventa un tratto di strada da percorrere con consapevolezza e libertà.

Materiali, simboli, atmosfere: tutto è stato pensato per raccontare un’idea di casa che non esclude, ma accoglie. Una casa di tutte e tutti, dove il portale non è solo soglia ma racconto, trasformazione, apertura verso l’altro e verso il quartiere.

Così, l’hackathon ha dato forma non a una sola soluzione, ma a un insieme prezioso di sguardi: un caleidoscopio di approcci che, intrecciati, restituiscono un’immagine più ampia e profonda di cosa possa essere oggi l’abitare in modo inclusivo. E di come l’architettura possa, e debba, farsi strumento di ascolto, di cura e di cambiamento.

Ringraziamo tutti i team partecipanti per aver condiviso con generosità visioni, competenze e immaginazione. Le anteprime dei progetti sono visibili nello slideshow in basso.

  • Capece Nicolò, Tramontana Domenico, Zimarro Filippo
  • Falappa Emanuel, Damiani Giulia, De Vincentiis Marco
  • Ferrero Elena Maria, Giacomelli Claire
  • Llamocca Robles Maria Elena, Novara Andrea
  • Petrone Lorenzo, Costanzo Chiara, Pizzo Alberto
  • Quassolo Miriam, Lodetti Giulia
  • Schettino Flavio, Grossi Tommaso
  • Scozzari Manuelo, Paulon Milena, Ferrero Aprato Diego
© Capece, Tramontana, Zimarro
© Falappa, De Vincentiis, Damiani
© Ferrero, Giacomelli
© Llamocca, Novara
© Petrone, Pizzo, Costanzo
© Quassolo, Lodetti
© Schettino, Grossi
© Scozzari, Paulon, Ferrero Aprato