Via Roma sotto workshop

Accessibilità, sicurezza e innovazione sono le parole chiave che guideranno il workshop Spazio al design dedicato all’asse di via Roma che si svolgerà nel 2020 e che prenderà il via dall’analisi delle trasformazioni urbanistiche e sociali della città di Torino. Un primo assaggio dei temi che saranno trattati.

Ripensare l’arredo urbano di via Roma a Torino per garantire al tempo stesso la libertà di fruizione dello spazio pubblico e la sicurezza. È l’obiettivo delle iniziative che stiamo portando avanti insieme all’Ordine e al focus group OAT Design all’interno del progetto Spazio al design e che daranno vita ad un workshop nel 2020.

Le buone pratiche, i casi studio e gli spunti che sono emersi mercoledì scorso durante la conferenza Sicurezza, accessibilità e innovazione nella città del futuro, presso il Salone d’Onore del Castello del Valentino, saranno il punto di partenza del percorso progettuale. Al centro dell’iniziativa tre parole chiave: l’accessibilità fisica e percettiva dello spazio pubblico e la possibilità di una fruizione aperta a tutti, a livello quotidiano e per eventi temporanei; la sicurezza come prevenzione e protezione anche da agenti esterni, quali ad esempio calamità naturali o azioni terroristiche; l’innovazione attraverso progettualità che integrino gli arredi, la regolamentazione dell’utilizzo e la comunicazione.

Il tema del ridisegno dell’asse di via Roma deve essere inquadrato all’interno della pianificazione della città e, in particolare, deve fare riferimento al PUMS, Piano Urbano Mobilità Sostenibile, e al PEBA, Piano Eliminazione Barriere Architettoniche. Il PUMS, definito nel 2011 e attualmente in corso di revisione, è un piano strategico che orienta in modo sostenibile la mobilità nella città e che ne sviluppa una visione di sistema coordinandosi con i piani urbanistici ed ambientali; integra e crea gerarchie tra le diverse forme di mobilità urbana: l’automobile, i mezzi pubblici, la mobilità dolce, quella elettrica, le pedonalizzazioni, le zone 30,… L’obiettivo del piano è rendere la quota modale di trasporto pubblico pari al 50%.

Dagli anni ’90 in avanti il centro di Torino è stato oggetto di pedonalizzazioni successive che hanno portato nel 2007-2008 all’eliminazione del parcheggio su strada in piazza San Carlo e poi nel 2015 alla pedonalizzazione del tratto di via Roma tra piazza Castello e piazza San Carlo. Inoltre, Torino ha un’altra peculiarità che la rende caso unico al mondo: è caratterizzata da un sistema unitario di portici, di cui via Roma è parte, che prosegue per 12 km senza soluzione di continuità e coinvolge 1000 esercizi commerciali.

A fianco delle questioni urbanistiche occorre tenere in considerazione però anche le tendenze di trasformazione che contraddistinguono i principali contesti urbani: il fenomeno della gentrification, con la sostituzione di parti della popolazione all’interno dei quartieri, e quello della turistification, che porta alla progressiva separazione tra la città per i turisti e quella dei residenti con lo svuotamento dei centri storici. Quest’ultimo aspetto in particolare determina un’omologazione degli spazi urbani secondo gli stereotipi del turismo, favorendo l’eliminazione delle attività per residenti, il commercio di vicinato ad esempio, in favore di servizi di ristorazione o negozi di souvenir. Un terzo fenomeno da tenere sotto osservazione poi è la capsularization, cioè la trasformazione di alcuni spazi in “capsule” isolate per garantirne il controllo, come effetto della diffusione di paure, ad esempio verso azioni terroristiche o verso specifiche fasce della popolazione come i clochard; è più diffuso in quartieri periferici, ma può interessare anche zone centrali.

Torino è una città in cui il turismo è cresciuto in modo graduale senza produrre, per il momento, effetti di rifiuto e contrasto da parte della popolazione residente; non si è ancora giunti alla fase di separazione che contraddistingue il ciclo di vita delle città turistiche. Sull’asse di via Roma non si percepisce l’effetto della bolla turistica, tuttavia le esigenze di safety antiterrorismo hanno determinato la chiusura di alcuni accessi con il rischio non trascurabile di determinare forme di capsularization.

© Alberto Savettiere
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