Modulo I: Living Architectures – Bêka & Lemoine
“Living Architectures” è il titolo di una serie di film documentari che propongono un modo diverso di osservare l’architettura, rifiutando le retoriche legate all’idea di “oggetto perfetto” e concentrandosi sulla vita che si svolge, in tutta la sua fragilità e complessità, all’interno dello spazio costruito. Tale dimensione intima dell’architettura è restituita attraverso le testimonianze delle persone che vivono, usano o semplicemente mantengono gli edifici selezionati da Ila Bêka e Louise Lemoine: ideatori, produttori e registi del progetto.
Ila Bêka – artista, filmmaker e professore alla Columbia University GSAPP – presenta e commenta una selezione fatta ad hoc di estratti dei suoi film che fanno emergere, in maniera evocativa, i diversi modi in cui lo spazio domestico e urbano possono essere vissuti.
Modulo II: La casa sono io
Così come un abito – l’etimologia è ovviamente la stessa -, anche un’abitazione trova la propria forma solo quando è “indossata” e trasformata dalle attività di chi la occupa, instaurando un rapporto di doppio rispecchiamento tra la dimensione soggettiva dell’abitante e la dimensione oggettiva dello spazio abitato. La casa e l’abitante, dunque, finiscono per somigliarsi, ma in che misura tale reciprocità rappresenta un confortevole nido, e da che momento inizia a configurarsi come una gabbia per la psiche? E ancora, quali rapporti emergono tra gli abitanti/clienti e gli spazi abitati, una volta che l’architetto esce di scena? Si può davvero dire “ultimata” una casa nel momento in cui è consegnata al suo futuro inquilino?
Xavier Vendrell, professore residente del Rural Studio, nel mezzo della campagna depressa dell’Alabama, racconta il lavoro condotto con gli studenti dell’Università di Auburn con le comunità locali per la realizzazione di case da 20.000 dollari.
Gli architetti e curatori Mariabruna Fabrizi e Fosco Lucarelli (Socks), discutono del rapporto intimo che si stabilisce tra casa e abitante, arricchendo l’immaginario legato allo spazio domestico con racconti e riferimenti.
Stefano Pujatti, progettista friulano trapiantato nella campagna piemontese, racconta di diverse esperienze di mediazione tra le richieste dei clienti e le visionarie proiezioni dell’architetto.
Modulo III: Dopo il casermone
Il nuovo piano per le periferie appena approvato per Napoli prevede la demolizione di tre delle quattro Vele rimaste di Scampia, divenute tristemente famose per la loro trasformazione in roccaforte della Camorra ed elette a paradossale icona del Made in Italy dal libro, dal film e dalla serie TV Gomorra. Con la loro demolizione, crollerà definitivamente anche in Italia il mito modernista dei complessi residenziali ad alta densità: un’utopia funzionalista a partire dal cui fallimento è ora necessario aprire una discussione fondata su una nuova consapevolezza. Che fare dei grandi quartieri e delle megastrutture presenti sul territorio? E come pensare all’housing oggi, dopo il tramonto dell’epoca dei casermoni?
Gaia Caramellino, storica dell’architettura, introduce il tema con diverse “Storie di case” torinesi.
Lorenzo Romito, architetto e attivista, racconta le esperienze progettuali e le esplorazioni condotte dal gruppo di ricerca Stalker sul quartiere romano del Corviale.
cyop&kaf, duo di artisti napoletani, espongono il loro lavoro quotidiano sul territorio attraverso arte urbana, ricerca, esplorazione e dialogo.
Modulo IV: La città come casa
Se la città del XXI secolo mostra una preoccupante accelerazione dei processi di privatizzazione dello spazio urbano, essa è anche il luogo in cui prendono forma molteplici dinamiche di riappropriazione dei suoi edifici, strade e piazze. Non è solo in casa che l’uomo abita, e non è nemmeno detto che sia necessaria la mediazione di un artefatto edilizio affinché sia possibile abitare e conquistare una dimensione intima e domestica. Abitiamo i marciapiedi, i parchi, gli slarghi, i delaissé, gli spazi in cui decidiamo di sostare per un tempo più o meno prolungato, così come quelli che semplicemente attraversiamo.
Cristina Bianchetti, docente e critica della città, parlerà di questo tipo di spazi, spazi della condivisione, dello stare entre nous, dell’abitare felice nella dispersione, delle passioni gioiose e di quelle tristi, “spazi che contano” per disvelare le ambiguità del vivere assieme.
Matilde Cassani, architetto e ricercatrice, parlerà dei rituali e dei luoghi di culto contemporanei, “spazi sacri in edifici profani” spesso ricavati in angoli residuali della città, e delle due installazioni nell’ambiente urbano derivate da queste riflessioni.
Stefano Ragazzo racconterà processi collaborativi di riattivazione degli scarti urbani condotti dal collettivo romano Orizzontale per mezzo di interventi semi-temporanei ed architetture minime volte a restituire senso agli spazi e alle azioni dell’abitare in città.
Il corso è articolato in moduli. Ogni modulo è composto da video lezioni e dai test il cui superamento consentirà l’avanzamento ai moduli successivi. Il completamento del percorso formativo consentirà di scaricare l’attestazione di frequenza. Durante la visione delle video lezioni, compariranno random dei popup per la verifica della presenza del partecipante. Lo stesso dovrà cliccare entro un tempo prestabilito per confermare la propria presenza. In caso contrario il video ripartirà dall’inizio.
Il percorso può essere fruito nei tempi desiderati, sarà quindi possibile visionare solo parte del corso per poi riaccedervi in qualunque momento.
I CFP saranno caricati sulla piattaforma iM@teria a partire dalla settimana successiva allo scaricamento dell’attestato da parte del partecipante e comunque entro 30 giorni.