L’identikit del mobility manager

Le città sono in costante movimento e per gestire al meglio ogni questione c’è bisogno di un progettista preparato in materia: il mobility manager. L’esperto Luigi La Riccia, curatore del corso dedicato in partenza il 25 maggio, ci spiega chi è questa figura e il perché della sua importanza.

Le città non si fermano mai, tutto è in costante movimento, dalla circolazione delle merci allo spostamento delle persone. Il traffico, le emissioni inquinanti, il consumo del territorio per la realizzazione di strade e infrastrutture, il considerevole aumento dei mezzi di trasporto, sono solo alcune tra le delicate questioni che necessitano del contributo di architetti preparati e lungimiranti.
Il corso di Fondazione e Ordine degli Architetti La figura del mobility manager (8 CFP) del 25 maggio e 1 giugno, vuole dare la giusta visibilità a un ruolo che, negli ultimi anni, ha acquisito sempre maggiore rilevanza.
Per comprendere a pieno le caratteristiche di questa nuova figura professionale, ci siamo rivolti a Luigi La Riccia: curatore e relatore del corso, pianificatore territoriale e assegnista di ricerca al Politecnico di Torino.

– Chi è il mobility manager e di cosa si occupa?
Il mobility manager si occupa principalmente della gestione della domanda di trasporto, lavorando in particolare sugli spostamenti quotidiani e sul comportamento delle persone rispetto alle scelte modali: promuove quindi la mobilità degli individui e delle merci tenendo in considerazione le esigenze economiche, ambientali e sociali. I compiti specifici di un mobility manager sono: aumentare la qualità e l’attrattività del trasporto pubblico riducendo l’uso dell’auto privata; introdurre strategie e soluzioni nel campo della mobilità sostenibile, implementare piani di mobilità strutturali e strategici a diversi livelli (dal locale al regionale) e in diversi contesti (pubblico e privato).

– Com’è cambiata la mobilità a Torino? Le recenti difficoltà hanno mostrato delle nuove strade per la mobilità del futuro?
Il caso di Torino è un caso emblematico: la forma urbana e territoriale della città ha sempre favorito un rapporto “lento” e alternativo allo spazio dedicato al traffico veicolare. Partendo dal presupposto che gli elementi e le forme urbane e territoriali, insieme agli elementi di attrattività, influenzano gli spostamenti individuali, è necessario tenere in considerazione i comportamenti anche alle diverse scale (scala locale e scala della città) e ai diversi modi di trasporto. Con l’approvazione del PUMS Urbano (2013) e l’adozione del PUMS metropolitano, oggi Torino è chiamata a sostenere, in linea con altre metropoli europee, modalità e mezzi di trasporto a minore impatto ambientale ed economico per aumentare la vivibilità del territorio e il benessere degli utenti. La mobilità del futuro dovrebbe ancor di più essere basata sull’adeguamento delle infrastrutture per ridurre l’incidentalità stradale e proteggere le utenze deboli (pedoni e ciclisti), anche con soluzioni tecnologiche innovative; ma anche sul fatto che la revisione del sistema di mobilità dovrebbe considerare nuovi poli attrattori di rilevanza metropolitana, sempre più collocati nella cintura di Torino e sempre meno nella città.

– Cosa consiglia a chi intraprende questa strada professionale? Cosa non bisogna sottovalutare e cosa invece è necessario fare emergere?
Questa strada professionale è certamente emergente nell’attuale panorama lavorativo: per gli architetti e i pianificatori avere competenze di mobility management consente di mettere in campo una vasta gamma di tecniche basate sull’organizzazione, sul coordinamento, sulla comunicazione e informazione, aiutando a sviluppare misure “soft” nel settore dei trasporti (informazione e comunicazione, organizzazione di servizi e attività di coordinamento), complementari a un approccio “hard” di costruzione di nuove infrastrutture o attuazione di misure restrittive, tipicamente di competenza della pubblica amministrazione.

– Mobilità e sostenibilità, quali sono le nuove frontiere?
Le aree urbane ospitano attualmente più del 50% della popolazione mondiale e sono la sede della maggior parte delle attività economiche. Poiché si prevede che oltre 2 miliardi di persone si aggiungeranno al totale della popolazione globale nei prossimi decenni e che le popolazioni urbane continueranno a crescere (70% entro il 2050), sorge una domanda: come potranno spostarsi le persone (e i beni di cui hanno bisogno) nel modo più efficiente ed efficace di quanto lo facciano oggi? Le nuove frontiere riguardano quindi certamente temi come la congestione del traffico, il rumore, l’inquinamento atmosferico, la sicurezza stradale, ed oggi anche la sicurezza sanitaria. È pertanto necessario rendere la mobilità urbana sempre più sostenibile, evitando/riducendo la necessità di spostamento, passare a modalità di trasporto più efficienti e ambientalmente sostenibili, incrementare la tecnologia dei mezzi e delle infrastrutture. Frontiere che richiedono una sempre maggiore comprensione delle nuove tecnologie, di collaborazioni transdisciplinari e design thinking.

– Perché consigliare questo corso ai professionisti?
Per essere un buon mobility manager sono necessarie competenze in comunicazione, marketing, pianificazione e conoscenza delle tecniche logistiche, tutti elementi essenziali per pianificare soluzioni di mobilità e definire strategie mirate su esigenze e aspettative specifiche di un territorio. Le capacità di architetti e pianificatori territoriali delineano certamente l’ideale del mobility manager: le capacità analitiche, metodologiche, visive, creative, sociali, comunicative e interculturali sono quindi fondamentali per intervenire sulla domanda di mobilità. Il corso vuole tenere conto di queste capacità per meglio affinarle al fine di affrontare le sfide poste dalla mobilità sostenibile e di prevedere gli effetti della modifica della domanda di trasporto sull’ambiente urbano, anticipando e prefigurando al contempo, inversamente, gli effetti che le trasformazioni urbane hanno sulla mobilità.

Questo è solo un assaggio di quanto sarà approfondito durante il corso La figura del mobility manager. Iscriviti subito, le registrazioni chiudono il 10 maggio.