Scuole su misura

Nel progettare gli spazi per la didattica non basta rispettare le normative. Bisogna anche saper cucire spazi su misura per le nuove generazioni mixando ingegno, creatività e innovazione. Parola di CLAA, studio bolzanino che trasforma tetti in giardini e che costruisce scuole sotterranee. 

Ogni spazio deve essere pensato in base alle esigenze di coloro che lo andranno a vivere e se parliamo di scuole la faccenda si fa ancora più seria. Lo sa bene Claudio Lucchin, bolzanino classe ‘59 fondatore dello studio CLAAClaudio Lucchin & Architetti Associati che oggi fa affidamento anche sul lavoro dei due soci e di altri cinque progettisti.

Guida dello studio che porta il suo nome, Lucchin si definisce “un architetto della generazione di mezzo”; dopo la laurea nell’84 in architettura, inizia a occuparsi di industrial e graphic design e contribuisce alla progettazione di allestimenti teatrali. Dal 1989 apre in solitaria il suo studio di architettura e urbanistica fino a quando, nel 2004, propone ai suoi collaboratori più stretti di associarsi: Angelo Rinaldo e Daniela Varnier. Affezionato ai concorsi e alla progettazione di spazi per l’educazione, la cultura e lo sport, lo studio CLAA sembra avere due grandi passioni: i palazzi del ghiaccio (sono a firma CLAA anche i due palaghiaccio di Torino 2006, a Torino in corso Tazzoli e a Torre Pellice) e, soprattutto, gli edifici scolastici.

“Disegnare una scuola, un asilo”, racconta Claudio Lucchin “non significa semplicemente progettare nel rispetto delle normative vigenti, come invece accade ancora abbastanza spesso in Italia. Gli spazi dell’educazione sono un tassello fondamentale per la formazione delle nuove generazioni e devono essere progettati con tutta la cura necessaria. L’architetto  deve investire tutto l’impegno e l’esperienza di cui dispone, perché questi spazi influenzeranno la vita di coloro che li vivranno, così come la loro percezione del mondo”. Per lo studio CLAA, in sostanza, il centro della progettazione deve essere sempre la persona con le sue esigenze di accoglienza e vivibilità; non per nulla Lucchin si definisce umanista, oltre che architetto.

Per entrare meglio nel merito del lavoro dello studio, ecco tre esempi pratici in ordine di grado di istruzione:

  • Nuova scuola primaria Dante Broglio di Colognola ai Colli, Verona
    Inaugurata nel 2018, la tondeggiante scuola non ha semplicemente una forma collinare, ma è essa stessa una collina: il tetto dell’edificio infatti è ricoperto da erba praticabile ed è connesso al terreno attraverso dolci pendii, trasformandosi in un’estensione del cortile accessibile agli alunni in tutta sicurezza. L’esterno è dominato dal verde, il cortile è a forma di cuore le finestre e la pensilina d’ingresso ricordano delle nuvole. Una scuola da favola, quindi, internamente strutturata su due livelli: il primo ospita un arioso ingresso dal quale accedere da un lato alle aule a piano terra e al sistema di distribuzione verticale, dall’altro alle aule speciali e polifunzionali. Agli spazi per la lezione frontale è stata data la stessa importanza degli spazi “liberi”, ancora troppo spesso definiti “inutili”; a ogni metro quadrato delle aule, infatti, corrisponde un metro quadrato degli atri. Per questo progetto lo studio si è fatto ispirare dalle curve di livello dei colli locali e dalle mura e dal verde che circonda le vicine case storiche. Il risultato si direbbe più che riuscito, o perlomeno così dichiara uno studente sulle pagine de L’Arena «La nuova scuola mi piace, perché fa venire voglia di andarci». Vai alla pagina dedicata alla scuola di Colognola sul sito di CLAA.
  • La scuola professionale Hannah Arendt di Bolzano
    Come inserire 11.000 mc di scuola professionale all’interno di un ex convento dei Cappuccini senza deturpare la struttura preesistente e soddisfacendo le attuali esigenze degli spazi didattici? Semplice, scavando fino a 17 metri sotto il livello del suolo. Inaugurata nel 2013, la scuola Hannah Arendt di Bolzano è la prima scuola ipogea d’Italia; una soluzione senza precedenti che ha risparmiato molti metri quadri dal consumo del suolo. Tra l’iter progettuale e i lavori in cantiere ci sono voluti quasi cinque anni per la realizzazione del progetto, il cui risultato ha smentito molte delle opinioni più scettiche. Grazie a un mix di ingegno, creatività e innovazione, lo studio è riuscito a portare molta luce anche nei piani più bassi grazie a lucernai posti su tutto il perimetro della struttura. Il comfort termo-igrometico è garantito e l’aria degli spazi viene cambiata quattro volte al giorno. Attraverso scorci e parete vetrate, anche l’effetto claustrofobico viene ovviato, al punto che a vedere le immagini degli interni sembra incredibile che le aule si trovino sotto metri e metri di terra. Vai alla pagina dedicata alla scuola di Hannah Arendt sul sito di CLAA.
  • Polo Scientifico Tecnologico NOI Tech di Bolzano
    NOI Tech è un altro spazio realizzato a Bolzano senza consumo di suolo, questa volta grazie a un progetto di riconversione concluso nel 2018. Definita “fabbrica della ricerca”, il progetto è frutto di un concorso vinto con Chapman Taylor ed è stato realizzato sui resti dello stabilimento di Montecatini, produttore di alluminio di epoca fascista e definitivamente abbandonato da oltre 30 anni. Oggi ospita 6 istituti di ricerca, 20 laboratori e 40 start up, spaziando dall’Università a Huawei. Soprannominato Black Monolith, il nuovo edificio si inserisce nel contesto razionalista ex industriale garantendo un dialogo a tutti i futuri enti di ricerca ospitati al suo interno. Gli ambienti infatti sono stati studiati in modo da stimolare un’interazione spaziale, senza correre il rischio che qualche inquilino possa sentirsi tagliato fuori. L’identità industriale della struttura non viene nascosta dalle finiture tipiche per uffici: l’obiettivo è mantenere il carattere sperimentale e flessibile di questo spazio, quasi come se fosse pronto all’ennesima trasformazione dettata dalle evoluzioni della ricerca, del lavoro e dell’innovazione. Vai alla pagina dedicata al polo NOI Tech sul sito di CLAA.

 

5 modi per approfondire le 1000 lezioni di CLAA:

  1. per studiare l’architettura degli spazi educativi non si può non dare la precedenza ai libri. Tra questi, la monografia “ar-chi-tec-tu-ra dedicata al ventennale dello studio CLAA;
  2. sempre su carta, la monografia tutta dedicata al NOI Techpark di Bolzano;
  3. se vuoi farti un’idea più concreta di cosa significhi studiare in una scuola ipogea, ecco il video che cercavi
  4. per i nostalgici di Torino 2006, qui è possibile approfondire il progetto per il Palaghiaccio di Torre Pellice;
  5. la didattica e la ricerca non si svolgono solo nelle scuole. Tra i work in progress di CLAA, anche un centro per le famiglie migranti a Lampedusa nel quale sono inclusi spazi per l’apprendimento, la formazione e l’interscambio culturale.