Restauri moderni

Ivrea vanta un patrimonio architettonico Unesco che necessita di essere conservato, restaurato e valorizzato: gli edifici del periodo olivettiano. Il 19 e il 20 ottobre indagheremo i possibili interventi, attraverso le parole degli esperti e visite guidate a Ivrea.

Piastrelle klinker, graniglia, mattoni a vista. Il tempo passa e anche i materiali di cui si rivestono gli edifici voluti dall’illuminato Olivetti per la sua Ivrea cominciano a necessitare delle dovute attenzioni.

E non parliamo di interventi di restauro qualsiasi. Si tratta infatti di un patrimonio architettonico ereditato dal Movimento Moderno e riconosciuto dall’Unesco per il quale, arrivando da un passato così recente, non si sono ancora strutturate né una letteratura tecnica né uno storico di casistiche sufficientemente ampi. A questo cercheremo di porre rimedio con un corso dedicato alla conservazione, restauro e valorizzazione degli edifici eporediesi Le architetture olivettiane e il Moderno, promosso con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino e la Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria peale”.

Un’importante opportunità formativa e professionale che garantirà una carta in più da spendere nel momento in cui si faccia richiesta per l’inserimento nell’albo dei professionisti per incarichi di progettazione del Segretariato Regionale.

Della durata di 12 ore (e per altrettanti CFP per architetti), il corso si struttura in due momenti:

  • una parte più teorica per la mattinata di venerdì 19 ottobre, in programma presso la sede dell’Ordine degli Architetti di Torino;
  • un’intera giornata in loco a Ivrea per sabato 20 ottobre che prevede una visita presso gli edifici più significativi.

Sarà quindi possibile conoscere dal vivo le peculiarità degli edifici realizzati tra gli anni ’30 e ’60 nella capitale delle macchine da scrivere, delle calcolatrici meccaniche e dei computer. Un contesto all’interno del quale si sviluppò un progetto non solo industriale, ma anche socio-culturale, all’interno del quale architetti e urbanisti diedero forma a edifici produttivi, sedi amministrative, uffici, residenze e strutture per i servizi sociali rivolti agli operai e alle loro famiglie.

Una testimonianza di come architettura e urbanistica possano rispondere in modo armonico e responsabile alle esigenze del territorio, ponendo l’individuo sempre al centro del progetto.

Per conoscere i dettagli del programma e le modalità di iscrizione vai alla pagina dedicata al corso Architetture olivettiane e Moderno (12 CFP).