Il countdown è quasi terminato: tra pochi mesi le nuove architetture dovranno garantire altissime prestazioni energetiche e gli edifici Nzeb non potranno più essere definiti “le case del futuro”. Ne parleremo il 10 aprile in un incontro dedicato, ma intanto eccovi qualche caso virtuoso.
Fabbisogno energetico che rasenti lo zero, esposizione solare ottimale, involucri che garantiscano alte prestazioni in qualsiasi stagione, impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile preferibilmente prodotta in loco o, se proprio non si può, che arrivi dalle vicinanze.
Non è la descrizione di abitazioni fantascientifiche ma degli Nzeb “Nearly Zero Energy Building”, gli edifici ad altissime prestazioni energetiche che si apprestano a diventare un obbligo anche nel nostro Paese, come sarà debitamente approfondito durante l’incontro Progettazione di edifici Nzeb in programma il 10 aprile.
Dal 31 dicembre 2018 infatti gli edifici pubblici di nuova realizzazione e le grandi ristrutturazioni dovranno rispettare gli standard Nzeb; idem per l’edilizia privata, a partire dal 31 dicembre 2020.
Intanto, in alcune Regioni come Lombardia ed Emilia Romagna e a Bolzano, progettare edifici Nzeb è già un obbligo e una realtà consolidata.
Lo dimostrano casi virtuosi come Villa Mozart, un edificio composto da cinque unità residenziali realizzato dallo studio blueARCH che sorge nel nucleo storico di Bolzano su un vigneto ormai inglobato in un’area residenziale. Il complesso, dalle forme movimentate e contemporanee, è costituito da più volumi tra loro dissonanti ma alla ricerca di un dialogo con il tessuto circostante. L’involucro murario ad alte prestazioni, il tetto verde e i serramenti a triplo vetro sono tra gli elementi passivi che garantiscono il risparmio energetico dell’edificio. Inoltre, la climatizzazione interna è affidata a una pompa di calore aria-acqua, l’acqua calda è prodotto da pannelli solari e la salubrità degli ambienti interni è assicurata da una ventilazione meccanica decentrale.
Sempre nell’altoatesino sorge il Ponte di Ghiaccio, il rifugio firmato da MoDus Architects che si propone come punto di partenza per gli escursioni delle Alpi Aurine e della Zillertal. L’intervento consiste nella ristrutturazione di un edificio risalente al 1906; oggi il rifugio, in cemento armato isolato con fibra di legno, si sviluppa su tre piani in cui sono disposti bivacco, locali di servizio e camere per un totale di 80 posti letto. Al lato del vento si espone con una facciata chiusa, mentre si apre verso il lato ovest, più riparato, dove trova posto un terrazzo panoramico. I pannelli fotovoltaici sul tetto integrati in combinazione con la turbina idroelettrica forniscono energia alternativi, mentre la grande copertura raccoglie l’acqua piovana, convogliata in una cisterna al piano interrato.
Entrambi gli edifici sono stati premiati da CasaClima AWARDS 2017, il riconoscimento dell’organo certificatore pubblico indipendente Agenzia Casa Clima che certifica se un edificio rispetti o meno le caratteristiche energetiche, in linea con la direttiva europea. Ma quali sono di preciso i requisiti che un’opera deve avere per poter apporre al suo ingresso l’agognata certificazione?
Ne parleremo durante la mattina di martedì 10 aprile durante l’incontro Progettazione di edifici Nzeb insieme a tre progettisti consulenti e auditor CasaClima: Gianni Izzo, Stefania Ganz e Guglielmo Marchiò, anche attraverso l’esposizione di casi concreti seguiti dagli stessi docenti.
L’appuntamento prevede il riconoscimento di 4 crediti formativi e si svolgerà in aula presso la sede dell’Ordine degli Architetti di Torino; a chi non potesse essere presente ricordiamo che l’appuntamento sarà trasmesso anche in webinar!
Per i dettaglia del programma e le modalità di iscrizione vai alle pagine dedicate: