Expo Osaka 2025: l’architettura nel futuro

Osaka diventa il palcoscenico mondiale in cui architettura, tecnologia e cultura si intrecciano per immaginare nuove forme di convivenza. L’Expo 2025, con oltre 150 Paesi partecipanti, si presenta come un laboratorio globale dove si sperimentano soluzioni innovative per le città e la società del futuro.

Osaka diventa il palcoscenico mondiale in cui architettura, tecnologia e cultura si intrecciano per immaginare nuove forme di convivenza. L’Expo 2025, con oltre 150 Paesi partecipanti, si presenta come un laboratorio globale dove si sperimentano soluzioni innovative per le città e la società del futuro.

Il Piemonte, all’interno del Padiglione Italia, ha avuto un ruolo da protagonista dal 28 settembre al 4 ottobre con iniziative, incontri e presentazioni che hanno raccontato non solo le eccellenze produttive, ma anche la capacità del territorio di dialogare, innovare e creare. In questo contesto, la Fondazione per l’architettura / Torino vede un terreno fertile per ampliare la propria visione: un’architettura capace di coniugare tecnologia e sensibilità umana, valorizzare le energie dei giovani progettisti e costruire nuove alleanze tra natura e comunità.

Due simboli dominano l’Expo. Il primo è il Grand Ring di Sou Fujimoto: una struttura lignea monumentale, poetica e visionaria che incarna il tema “Designing Future Society for Our Lives”. Il secondo è il Padiglione Italia, firmato Mario Cucinella, che interpreta l’ambito “Saving Lives” in sintonia con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU.

Il Padiglione si propone come un manifesto costruito della visione italiana: una struttura modulare in legno, pensata per essere smontata e riutilizzata, capace di generare energia, restituire biodiversità e creare relazioni tra uomo, natura e tecnologia. Concepite come un vero e proprio “Hangar del sapere”, le sue architetture ospiteranno un palinsesto trasversale di esperienze culturali, artistiche, scientifiche e imprenditoriali, diventando un crocevia di connessioni e dialogo internazionale.

«Osservare migliaia di visitatori giapponesi in attesa per visitare il Padiglione Italia è stato un momento di grande emozione – racconta la Presidente della Fondazione per l’architettura Alessandra Siviero, appena rientrata da Osaka – Un segnale concreto della vitalità del nostro patrimonio culturale e progettuale, capace ancora oggi di suscitare interesse e riconoscimento a livello internazionale. In un contesto internazionale come l’Expo, dove tecnologia, materiali naturali, flussi umani e visione culturale si legano, riconosco il modello di un’architettura che unisce diversità, che genera relazioni, che stimola innovazione e pratica responsabile.»

Esperienze come quella di Osaka offrono spunti concreti per immaginare un’architettura capace di ispirare e di agire: più inclusiva, sostenibile, connessa e aperta al dialogo tra scala globale e realtà locali.