Disordine openair

Piazze fucsia, aree picnic sommerse e parchi forati: per progettare, lo studio tedesco Topotek 1 specializzato in paesaggio parte dal concetto di caos o, più precisamente, di “slittamento semantico”. Il risultato sono spazi pubblici all’aperto che spiazzano i suoi fruitori.

“Nei paesi del nord ci si parla solo quando il treno è in ritardo: è necessario creare disordine e disfunzionalità per scatenare la gioia. Per questo per progettare c’è bisogno di caos”. A pensarla così è Martin Rein-Cano, progettista cosmopolita nato in Argentina da genitori spagnoli e lituani, fondatore nel 1996 di uno studio berlinese nato sotto il segno del landscape design, per passare poi anche alla parte più prettamente architettonica del progetto: Topotek 1.

La specialità della casa è senz’altro lo spazio pubblico all’aperto, concepito come luogo dell’incontro, della condivisione e dello scambio, con un valore e un uso diverso nelle differenti culture.
Lo studio ha sede all’interno di un’ex associazione sindacalista in passato frequentata anche da Rosa Luxemburg, lo stesso edificio in cui Martin Rein-Cano e il suo team hanno realizzato la loro prima opera, proprio sul tetto del palazzo: un playground che con frecce, numeri e strisce pedonali si propone come tessuto connettivo tra l’edificio e il cielo, giocando su un elemento che lo studio non ha mai più abbandonato: lo “slittamento semantico”. In pratica, l’ingrediente spiazzante ricorrente in tutti i progetti di Topotek 1, concretizzato nella vernice fucsia usata per dipingere una piazza intera, nel buco senza fondo scavato nel bel mezzo di un parco, in 20 centimetri di acqua che sommergono un’area picnic.
Ma come arriva lo studio a questo tipo di progettazione? Il primo passo è l’analisi del contesto, e più precisamente l’individuazione dell’elemento che stona all’interno di un determinato ambiente, sia esso fisico (come un fiume a rischio inondazione) o più astratto (come una minoranza etnica poco integrata nel tessuto sociale). È su questi elementi che Topotek si mette al lavoro con l’obiettivo di non nascondere queste imperfezioni ma, al contrario, di esaltarle e di sottoporle all’attenzione del fruitore. Un messaggio che riesce a inviare grazie a stratagemmi che destabilizzano lo spettatore, ad esempio attraverso l’inserimento di elementi presi a prestito da contesti completamente diversi da quello in cui si opera (le panchine di Marrakech per abbellire un parco pubblico di Copenaghen, o una spanna d’acqua in un giardino pubblico).
Per farsi un’idea più concreta, ecco alcuni frutti del lavoro di Topotek 1, che oggi conta sul lavoro di 60 progettisti e che da pochi anni si appoggia anche sul suo nuovo studio parallelo tutto dedicato all’architettura, Arkitectur, con base a Berlino e Zurigo:

  • Superkilen è il parco urbano interculturale di Copenaghen, firmato insieme allo studio BIG Bjarke Ingels Group e al gruppo artistico Superflex e vincitore del premio Mies van der Rohe 2013. Il progetto comprende una piazza rossa, un mercato nero e un parco verde per un totale di 30.000 mq incastonati in uno dei quartieri più etnicamente eterogenei e socialmente sfidanti della Danimarca: Nørrebro. Il parco è stato concepito come una gigantesca mostra di buone pratiche urbane che raccoglie oggetti, piante e insegne rappresentative delle 60 diverse nazionalità degli abitanti della zona; panchine dal Brasile, una fontana dal Marocco, cestini dall’Inghilterra e tombini da Zanzibar, Danzica e Parigi.
    Vai alla pagina del progetto Superkilen sulla pagina di Topotek 1
  • Il Centro sportivo di Heerenschürli, uno dei più grandi della città di Zurigo, è stato progettato all’interno di un’area verde delimitata da un’autostrada, alcuni edifici abitativi e un polo industriale su larga scala. Oggi l’area conta 12 campi da calcio e il primo campo da baseball della Svizzera, alternati a percorsi pedonali e ciclabili. Le trasparenze sovrapposte delle recinzioni dei campi, accentuate dalle reti metalliche in due diverse sfumature di verde, sono studiate per creare un effetto di dinamicità e i percorsi alberati pedonali e ciclabili vengono fatti convergere nel piazzale, riferimento aggregativo del campo. Dalla pendenza del tetto dello spogliatoio si è ricavata una tribuna da 900 spettatori affacciata sul campo da calcio principale. Topotek 1 si è occupato inoltre del disegno dei caratteristici arredi all’aperto del centro, tra cui una panchina da 18 metri e il sistema di illuminazione notturna a LED.
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  • L’effetto destabilizzante che caratterizza le opere dello studio è evidente in tutta la sua essenzialità nel progetto The Big Dig, realizzato a Xi’an, in Cina. È un’installazione che consiste in un buco all’interno di un parco che rappresenta la fine di un tunnel che nell’immaginario collettivo occidentale collegherebbe l’Europa alla Cina; nel Sol Levante, invece, ai bambini si racconta che se si mettessero a scavare potrebbero arrivare in America. Il progetto si propone quindi come spunto di riflessione sul confine tra realtà e fantasia, ma per precauzione attorno al buco è stata realizzata una barriera per evitare che i bambini di Xi’an si ritrovino davvero in occidente.
    Vai alla pagina del progetto di Big Dig sulla pagina di Topotek 1
  • Non è da meno il Water Picnic: “In un parco di Schwerin, una cittadina nel nord della Germania, abbiamo realizzato un’area picnic sommersa. Per usarla devi togliere le scarpe”. Il progetto infatti, realizzato lungo fiume, consiste in una piattaforma semi-sommersa che obbliga il pubblico ad accedere scalzo; un comportamento che secondo Martin Rein-Cano induce le persone a vivere l’esperienza della sosta in modo più rilassato.
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5 modi per conoscere le 1000 prospettive di Topotek 1:

  • Se sei incuriosito dal parco Superkilen, ascolta la descrizione del progetto in un’intervista a Martin Rein-Cano: guarda il video.
  • Guarda l’intervista dedicata al racconto del progetto per il centro sportivo di Zurigo: clicca qui.
  • Per gli amanti dei libri, non si può non consigliare la monografia “Creative Infidelities. On the Landscape Architecture of Topotek 1” edita da Jovis Publishing e curata da Barbara Steiner con il progetto grafico dello studio danese di Rasmus Koch, pubblicato dallo studio in occasione del suo ventennale. Scopri di più su Abitare.
  • Ma come si fa a costruire un superparco? La risposta di Martin Rei-Cano in una conferenza durante il reSITE di Praga. Ecco la registrazione.
  • Tra le ultime conquiste di Topotek, il primo posto insieme allo studio romano Labisc del concorso per il Campus Bio-Medico di Roma. Una proposta che ha tenuto testa a competitor internazionali come Atelier(s) Alfonso Femia, El Equipo Mazzanti e Mario Cucinella Architects. Scopri di più sul progetto.