La prima iniziativa della Rete delle Fondazioni degli Architetti ha promosso una riflessione sulla qualità degli spazi scolastici con ragazzi e docenti

La comunità scolastica è una preziosissima fucina di idee e proposte per il disegno degli spazi dell’apprendimento che, con la guida dell’architetto, possono concretizzarsi e migliorare la qualità della vita all’interno della scuola. Su questa convinzione si è basata Le Fondazioni degli Architetti incontrano le scuole, prima iniziativa della Rete delle Fondazioni degli Architetti, avviata nel 2014 su stimolo della Fondazione di Torino. Il progetto è stato condotto con le Fondazioni di Firenze, Genova, Modena, Savona e Vicenza ed ha coinvolto 565 alunni e 48 insegnanti di 13 scuole di Torino, Genova e Vicenza, di cui 5 primarie, 4 secondarie di I grado e 4 secondarie di II grado.
Qui sono stati inviati come architetti tutor di 16 progettisti individuati da ogni Fondazione, dopo aver seguito un workshop organizzato dalla Fondazione di Torino per ricevere il bagaglio conoscitivo necessario alla gestione del progetto.
In tutti i casi studio è emersa l’esigenza di spazi e occasioni di aggregazione, di strutture che permettano di sfruttare al massimo le potenzialità delle nuove tecnologie e di una maggiore eterogeneità nell’organizzazione degli spazi, dove le aule tradizionali vengono affiancate a spazi più dinamici e flessibili per attività di laboratorio e discipline specifiche. In particolare sono stati individuati sei concetti chiave indispensabili per definire la scuola del futuro:

  • dinamicità: una scuola con ambienti trasformabili, flessibili e in grado di adattarsi ai continui cambiamenti;
  • personalizzabile: con spazi riconoscibili, colorati, luminosi, curati e confortevoli, capaci di rappresentare chi li vive;
  • che favorisca l’autonomia: garantendo l’accessibilità a tutti e mettendo a disposizione aule attrezzate e polifunzionali;
  • che favorisca la socializzazione: mettendo a disposizione aree informali e inclusive;
  • esperienziale: che stimoli i ragazzi riservando spazio alle attività pratiche, ludiche o didattiche;
  • aperta: in relazione con l’esterno e punto di riferimento per la comunità dei ragazzi anche durante l’orario extrascolastico.

L’obiettivo ultimo dell’iniziativa è tradurre le esperienze acquisite nelle diverse realtà territoriali e le metodologie adottate in best practice da utilizzare a livello nazionale. Gli esiti dei lavori sono stati presentati in occasione del Festival dell’Educazione 2016. Scarica la sintesi degli esiti.

Il caso torinese

Sono Mara Brunetto, Cristina Basciano, Marco Giovannone, Anna Henry, Raffaella Mossetto e Federica Patty i 6 professionisti che nei mesi di aprile e maggio 2016 hanno condotto percorsi dedicati alla lettura, alla cura e alla trasformazione degli spazi in altrettante scuole torinesi: le scuole primarie Albert Sabin di corso Vercelli 157 e Gozzi di via Gassino 13, le scuole secondarie di primo grado Alessandro Antonelli di via Lanfranco 2, Pietro Calamandrei di corso Benedetto Croce 17 e via Nichelino 7 e la scuola secondaria di secondo grado Altiero Spinelli di via Figlie dei Militari 25.