82 iniziative proposte con 92 partner culturali diffuse tra lo Spazio Q35 e 49 sedi satellite, cui si aggiungono le 21 iniziative del Fuori Festival

Si è tenuta dal 24 al 27 maggio 2017 la sesta edizione di Architettura in Città, intitolata La città come casa e dedicata alle relazioni che l’abitare, in tutta la sua complessità, instaura con la città, intesa come il luogo della vicinanza, della diversità e dell’incontro con l’altro.

Come si costituisce oggi il rapporto tra casa e città, tra interno ed esterno, tra privato e pubblico, tra individuo e società? Come cambia lo spazio domestico, sotto l’influenza delle nuove tecnologie e con il sorgere di nuovi stili di vita? Si può ancora parlare di social housing oggi? Quali politiche, strategie, dinamiche di appropriazione possono identificare l’abitare come un diritto universale? In quali e quanti modi si abita, oggi, la città? E quale può essere il ruolo dell’architetto in tutto questo?

Tutte questioni che sono state indagate attraverso 82 iniziative tra incontri, workshop, performance, proiezioni cinematografiche, presentazioni di libri e mostre realizzate grazie al coinvolgimento di 92 partner culturali. Molte di queste si sono concentrate all’interno della casa del Festival, lo Spazio Q35 di via Quittengo 35, alla quale si sono aggiunte 49 sedi satellite.

Al Festival si è affiancato il Fuori Festival: un calendario di 21 iniziative proposte da 43 enti promotori e diffuse in 12 sedi torinesi, dedicate a diverse prospettive dell’architettura e della città.

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Tra le iniziative

I ragazzi tra gli 11 e i 18 anni sono il target privilegiato cui il Festival ha dedicato alcuni dei suoi appuntamenti. Tra questi, le tre lezioni mattutine dedicate all’urbanistica, all’architettura e al design: Che cos’è la città? (giovedì 25 maggio), una prima introduzione ai temi della città e al rapporto tra design e contesto urbano insieme al docente, architetto e designer Riccardo Blumer; la lezione Che cos’è l’architettura? (venerdì 26 maggio) tenuta dall’architetto e scrittore Gianni Biondillo e Che cos’è il design? (sabato 27 maggio), un’infarinatura su questa affascinante e complessa disciplina, proposta dal docente e curatore Stefano Mirti.

I ragazzi sono stati i protagonisti anche del progetto Playground, promosso dalla Fondazione per l’architettura / Torino con IED Torino e Arteco per dare vita a un campo da gioco in cui sperimentare le relazioni tra il corpo e l’esterno e la condivisione degli spazi, presso la scuola Bernardino Drovetti. Alcuni studenti dello IED di Torino, del liceo artistico Cottini e della scuola Drovetti si sono rimboccati le maniche per la sua progettazione e realizzazione, guidati da Truly Design Studio: il risultato è stato inaugurato giovedì 25 maggio con la performance artistica Cubo Race, ideata da Franco Ariaudo ed Emanuele De Donno.

Inoltre, da giovedì a sabato tre dialoghi serali hanno costituito un appuntamento fisso nel calendario del Festival: sempre alle 18.30 e sempre nello Studio dello Spazio Q35, i tre incontri hanno invitato architetti, curatori, critici e artisti ad approfondire tre chiavi di lettura del tema di Architettura in Città: la dimensione intima dell’abitare, la questione sociale del diritto alla casa e il rapporto con lo spazio pubblico.

Il primo incontro, La casa sono io, ha visto come protagonisti Stefano Pujatti, progettista friulano trapiantato in Piemonte che ha raccontato come mediare le richieste dei committenti e le visionarie proiezioni dell’architetto, Xavier Vendrell, l’architetto di Rural Studio che ha illustrato il lavoro condotto con gli studenti dell’Università di Auburn e le comunità locali per realizzare case da 20.000 dollari, e i due architetti e curatori Mariabruna Fabrizi e Fosco Lucarelli dello studio Socks.

Dopo il casermone è il titolo del secondo dialogo, proposto come occasione per riflettere sulla questione sociale del diritto alla casa insieme alla storica di architettura Gaia Caramellino, Lorenzo Romito, architetto e attivista invitato a raccontare le esperienze progettuali e le esplorazioni condotte dal gruppo di ricerca Stalker sul quartiere romano del Corviale, e cyop&kaf, il collettivo di artisti napoletani che ha esposto il loro lavoro quotidiano sul territorio attraverso arte urbana, ricerca, esplorazione e dialogo.

L’ultima sera si è infine tenuto l’appuntamento La città come casa, durante il quale la critica della città Cristina Bianchetti e gli architetti Matilde Cassani e Stefano Ragazzo di Orizzontale hanno discusso come la città, nonostante oggi mostri una preoccupante accelerazione dei processi di privatizzazione dello spazio urbano, sia anche teatro di diverse forme di riappropriazione di edifici, strade e piazze.

Durante i giorni del Festival è stata esposta la mostra diffusa Inside the house, composta da 40 scatti che ritraggono gli interni di 10 abitazioni firmate da architetti torinesi esplorati nella loro dimensione quotidiana e vissuta da 10 fotografi. Vai alla pagina dedicata al progetto Inside the house.

© Edoardo Piva
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© Jana Sebestova
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© Jana Sabestova
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© Jana Sabestova
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© Edoardo Piva
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© Edoardo Piva
© Edoardo Piva
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© Inside the House, Architettura in Città 201
© Edoardo Piva
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© Edoardo Piva
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