Il secondo incontro di Happy Places è stato ospitato negli spazi del Polo Culturale Lombroso 16: protagonista il progetto di riuso degli spazi su committenza EDISU. Attraverso un approccio multidisciplinare è nato una riqualificazione urbana basata sul design thinking e sul coinvolgimento attivo dellɜ cittadinɜ.
Martedì 18 giugno si è tenuto il secondo appuntamento di Happy Places, un viaggio alla scoperta di luoghi che già per definizione dovrebbero essere felici: scuole, spazi per studentɜ, aree gioco e per la cultura che aprono le porte al dibattito e al confronto su aspettative e progetti.
Ad ospitarci il Polo Culturale Lombroso 16, che già nel 2021 ha collaborato alla creazione del rapporto sulla Felicità Civica, la più grande ricerca sul benessere soggettivo in Europa per rispondere alla domanda: quali modi ha l’architettura per suscitare emozioni positive nelle persone che abitano un determinato luogo?
Protagonista dell’incontro il progetto di riuso degli spazi di via Lombroso 16 su committenza EDISU, che è stato realizzato in collaborazione con lo studio OfficineMultiplo. Hanno partecipato all’incontro “Design thinking per spazi felici” Francesca Capello (psicologa), Alessandro Mercuri (psicologo e psicoterapeuta), Francesca Di Noia (designer e imprenditrice) e Mario Cipriano (architetto e imprenditore) di OfficineMultiplo.
Attraverso un approccio multidisciplinare è nato quindi un particolare progetto di riqualificazione urbana, basato sul design thinking e sul coinvolgimento attivo dellɜ cittadinɜ. È stato fondamentale inquadrare le esigenze del quartiere e di chi vivrà l’edificio, immaginando tre target principali: studentɜ, cittadinɜ e abitantɜ delle residenze, lɜ verɜ fruitorɜ degli spazi.
I workshop organizzati proprio negli spazi del Polo Culturale Lombroso 16 hanno permesso di raccogliere idee, esigenze e aspettative di tutte le persone coinvolte. Le interviste e le attività hanno approfondito il vissuto delle persone, individuando infine tre driver fondamentali: concentrazione, socialità e benessere, fattori che si ricollegano anche al tema della felicità negli spazi. In particolare, è emerso il forte legame tra benessere e socialità e, soprattutto, l’idea di fondo che afferma che “uno spazio può essere anche estremamente bello, ma se non è inserito nel suo contesto sociale rimarrà semplicemente un’isola felice”.
Il processo di ascolto ha portato alla definizione di ipotetiche personas che potrebbero fruire degli spazi e alla stesura di un weekly planner, una pianificazione settimanale ricca di attività basate sui tre driver principali e sui tipi di utenti individuati. Questo approccio ha aiutato lɜ architettɜ a immaginare degli spazi inclusivi e realmente vivibili per queste possibili persone, che tengono conto dei loro bisogni e particolarità.
Come popolo mediterraneo ci interroghiamo spesso sul significato del termine “felicità”, legato nella nostra cultura alla sfera della condivisione, a una dimensione pubblica. Si può quindi partire da questi presupposti per progettare uno spazio pubblico non solo bello e armoniosamente inserito nel contesto urbano, ma un luogo in grado di generare gioia e benessere per chi avrà la fortuna di viverlo e condividerlo con altre persone in futuro.
Scarica la presentazione e scopri di più sul progetto!
Building Happiness è un progetto promosso dalla Fondazione per l’architettura / Torino reso possibile anche grazie a:
Contributor: Fondazione Compagnia di San Paolo, Camera di Commercio di Torino
Sponsor Gold: Dierre, Fresia Alluminio, Idrocentro
Sponsor Silver: Ceramica Mediterranea, Sikkens, Traiano Luce
Foto di Jana Sebestova.