Uno spazio urbano per il gioco realizzato con e per i ragazzi presso la scuola Bernardino Drovetti, lasciato in eredità alla Città di Torino

Il playground non è solo un parco giochi o un campo sportivo, ma è un vero e proprio luogo di sperimentazione di relazioni corpo-spazio, territorio fisico capace di ospitare la produzione di nuovi scenari mentali, strumento di riappropriazione degli spazi urbani. Il playground è diventato occasione per un’iniziativa crossdisciplinare, che vede il coinvolgimento dei giovani adulti, cioè i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni, non solo in qualità di utenti e fruitori ma anche e soprattutto nella veste di produttori di contenuto. La scelta di rivolgerci a questo target nasce dalla considerazione che i ragazzi di questa età non siano più spugne e che non siano ancora adulti e che coltivino un forte bisogno espressivo. Un’età di passaggio e di formazione dunque, che si caratterizza anche per una nuova relazione con lo spazio esterno: è in questi anni che i ragazzi iniziano a muoversi con maggiore autonomia e a scoprire, senza il controllo dell’adulto, la città.

Le fasi del progetto

Il progetto Playgroud, ideato e promosso dalla Fondazione per l’architettura per il Festival Architettura in Città, è stato curato dallo IED Torino e dall’associazione ARTECO, in collaborazione con la Scuola secondaria di I grado Bernardino Drovetti (futuro centro civico cittadino) e il Liceo Artistico Cottini e con il supporto di Sikkens. Attraverso un workshop partecipato, condotto dagli street artist del collettivo Truly Design Studio tra aprile e maggio, che ha coinvolto studenti di diverse fasce di età, si è attivato un processo culminato nella creazione di un playground aperto ai cittadini e dedicato allo sport e alla socialità all’interno degli spazi della scuola Drovetti.

La scelta del luogo non è casuale: la scuola Drovetti, nel quartiere San Paolo, solo l’anno scorso sembrava destinata a chiudere data la mancanza di iscrizioni; ora si rinnova per diventare hub culturale/centro civico al fine di fronteggiare l’aumento della dispersione scolastica. Playground si pone come primo passo verso l’apertura in questa direzione. Al termine del Festival infatti lo spazio di gioco è stato donato e lasciato in eredità alla scuola e aperto alla cittadinanza, azione che assume una doppia valenza simbolica: da un lato l’apertura della scuola alla città, abbattendo le mura scolastiche, dall’altro la permanenza di un segno concreto del passaggio del Festival e dell’operato della Fondazione per l’architettura.

Il playground è stato inaugurato il 25 maggio 2017 attraverso la performance artistica Cubo Race di Franco Ariaudo ed Emanuele De Donno, presso la Scuola Bernardino Drovetti.
Il progetto inoltre è stato presentato il 23 ottobre 2017 a Milano nella cornice del Forum Nazionale “Lo sport per l’inclusione sociale e lo sviluppo” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il 28 novembre 2017 a Genova in occasione dell’incontro Periferie: Società, Identità, Paesaggio proposto dalla Fondazione degli Architetti di Genova.

© Francesca Cirilli
© Francesca Cirilli
© Francesca Cirilli
© Francesca Cirilli
© Francesca Cirilli
© Francesca Cirilli
© Edoardo Piva
© Edoardo Piva
© Edoardo Piva
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© Edoardo Piva
© Edoardo Piva
© Edoardo Piva
© Edoardo Piva
© Edoardo Piva
© Edoardo Piva
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