Fiumi e parchi torinesi

Sono un patrimonio ancora non pienamente sfruttato, un asset di sviluppo del territorio da valorizzare; è uno dei risultati del sondaggio realizzato durante il festival Torinostratosferica Utopian Hours. E voi, cosa ne pensate?

Dal sondaggio svolto con il pubblico di Torinostratosferica Utopian Hours, il festival promosso lo scorso ottobre al quale la Fondazione ha preso parte, è emersa l’idea che i corsi d’acqua e i parchi siano un’importante occasione di sviluppo per Torino.

Ma come? Ecco qualche proposta concreta: le sponde dei fiumi torinesi avrebbero tutte le carte in regola per ospitare iniziative culturali e impianti per gli sport acquatici e per alternare attività differenti nelle diverse fasce orari, rispondendo così alle esigenze più eterogenee dei cittadini. I Murazzi, ad esempio, potrebbero essere rivalutati con botteghe d’arte o studi aperti al pubblico anche solo stagionali e attorno al Po e alla Dora si potrebbe incentivare la nascita di strutture di svago e balneazione, prati e piscine. Non mancano le proposte più provocatorie: realizzare una struttura dotata di piscina con onde artificiali per praticare surf indoor, idealmente sul Po, in un edificio con vetrate affacciate sul corso d’acqua e sulla collina. Il fiume è anche interpretato come infrastruttura per il trasporto urbano attraverso un sistema di vaporetti che colleghi Moncalieri a Sassi, creando un nuovo asse per il trasporto pubblico urbano, e come risorsa per produrre energia: dal vento attraverso un sistema minieolico lungo il fiume e dal flusso delle acque.

Molto diffusa anche l’attenzione per il verde sia pubblico che privato: sviluppare piccoli interventi per migliorare la fruizione, la sicurezza e l’ospitalità nei parchi anche in orario serale, ad esempio attraverso la promozione di attività commerciali e ricreative e la creazione di un sistema di luci a led e di musica diffusa; incentivare la trasformazione di tutti i tetti piani in tetti verdi per abbattere le polveri sottili; creare piccole piattaforme tipo “dehor” per coltivare, vicine alle abitazioni anche in pieno centro. Infine, obbligare ogni azienda di supermercati a costruire soltanto se l’edificio di nuova costruzione non occupa più del 30% del lotto, lasciando il resto a verde pubblico, e interrare corso Moncalieri per riconnettere le colline al parco e al fiume Po.

Queste sono solo alcune delle oltre 100 idee raccolte, riconducibili alla potenzialità dei fiumi e dei parchi ma anche ad altri due ambiti che approfondiremo nelle prossime settimane: il rapporto tra centro e periferia e la gestione delle strutture esistenti.

E siamo solo all’inizio: il dibattito proseguirà in modo più capillare sulla pagina Facebook della Fondazione per dare la possibilità a chi ha ancora qualcosa da dire di proporre idee (utopiche o realizzabili) e di segnalare esperienze virtuose da cui trarre ispirazione. Aspettiamo i vostri contributi per arricchire ulteriormente la discussione sul futuro di Torino! #FollowFoundation