AAA progetti cercasi per Interior Club

Si intitola “Dio è nel dettaglio!” la nuova puntata di Interior Club”; candidate un vostro progetto per partecipare come relatore.

Non abbiamo ancora tutti i progetti necessari a costruire l’intero palinsesto della prossima puntata di Interior Club, intitolata “Dio è nel dettaglio!”.

Lo diceva Gustave Flaubert, il padre del romanzo moderno nella Parigi del secondo Ottocento, per spiegare il passaggio dal narratore manzoniano onnisciente che guarda tutto dall’alto, allo scrittore moderno che fa parlare le cose mettendo oggetti e fatti al centro. Il Dio dunque che si rivela attraverso i dettagli.

L’ha ripreso Aby Warburg, il padre della critica d’arte contemporanea, ad Amburgo nel 1925, quando propose la sua teoria sull’arte e sull’architettura occidentale come continua ripetizione di archetipi ricorrenti: proprio dall’analisi dei dettagli, secondo lo studioso, si rintracciano una serie di rimandi; nei dettagli si nascondono stratificati significati simbolici ma anche diabolici.

L’ha ribadito, con un’interpretazione ancora differente, Mies van der Rohe, il padre dell’architettura contemporanea e del Movimento Moderno, a Chicago attorno al 1960. L’architetto è sempre attento al lavoro artigianale di alto livello e alla componente tecnologica, attraverso materiali molto pregiati con una grande resa formale; tuttavia l’attenzione al dettaglio non si traduce mai in una ricerca del superfluo nelle sue opere: il suo motto era “Less is more”, quindi togliere piuttosto che aggiungere.

Ma è ancora così? È necessario disegnare ogni dettaglio per proporre un buon progetto di interni o è meglio concentrarsi su una visione di insieme? L’attenzione a ogni particolare nel progetto di interior design non corre il rischio di far lievitare i costi? La buona riuscita è effetto del progetto o della capacità realizzativa?

Per informazioni su come candidarsi, vai alla pagina del progetto.

 

Il padiglione di Barcellona di Mies van der Rohe, EXPO 1929